Alexandre Dumas

scrittore e drammaturgo francese

«Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi.»

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«All'apparenza non bisogna credere.»

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«Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto.»

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«Athos era del parere che bisognava lasciare ad ognuno la sua libera scelta. Non dava mai consigli senza esserne richiesto e bisognava anche chiederglieli due volte. In generale -egli diceva- i consigli si chiedono soltanto per non seguirli, o, se si sono seguiti, per avere qualcuno a cui poter rimproverare d'averli dati.»

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«La speranza è il miglior medico che io conosca.»

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«Niente riesce bene quanto il successo.»

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«Lasciateci guardare le donne.»

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«Affari? È abbastanza semplice: si tratta di soldi di altre persone.»

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«E il genio, che ne sarà mentre baderò all'ordine?»

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«Figliola mia, non abbiatevi a male di quello che dirò; pensate solo che certe volte la vita ha crudeli necessità, e bisogna sottomettervisi. »

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«Ciascun uomo ha la sua passione che lo rode internamente, nel fondo del cuore, come ciascun frutto ha il suo verme.»

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«Stima te stesso e sarai stimato.»

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«"Ti ricordi di tuo padre, Haydèe?" | "Egli è qui, e qui" disse lei, mettendo la mano sul cuore e sugli occhi. | "Ed io dove sono?" Domandò sorridendo Montecristo. | "Tu?" Disse lei. "Tu sei dappertutto"»

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«Oh, Valentina, Valentina! Se fossi io voi! Se io mi sapessi amato, come voi siete sicura che vi amo, io già avrei passato la mano tra le sbarre di questo cancello, ed avei stretto quella del povero Massimiliano dicendogli: "a voi, a voi solo, Massimiliano, in questo mondo e nell'altro".»

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«"Oh, sì, io t'amo!" Disse. "Io t'amo come si ama il proprio padre, il proprio fratello, il proprio marito! Io t'amo come si ama la vita, perché tu sei per me il più bello, il migliore, il più grande degli esseri creati!"»

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«Non lo so. Da dove viene in noi l'amore e l'odio?»

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«La vostra anima è triste e vi fa vedere un cielo tempestoso.»

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«"Mercedes!" Ripetè Montecristo "Mercedes! Ebbene sì, voi avete ragione, questo nome è dolce ancora da pronunciare, ed ecco la prima volta, dopo lunghi anni, che risuona chiaro sulle mia labbra. Ah, Mercedes! Il vostro nome io l'ho pronunciato coi sospiri della malinconia, coi gemiti del dolore, colla rabbia della disperazione; l'ho pronunciato gelido per il freddo, attrappito sulla paglia della mia cella; l'ho pronunciato divorato dal caldo, l'ho pronunciato rotolandomi sul pavimento del carcere. Mercedes, bisogna ch'io mi vendichi, perché ho sofferto per quattordici anni: per quattordici anni ho pianto, ho maledetto. Ora, io ve lo ripeto Mercedes, bisogna ch'io mi vendichi!"»

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«"Insensato!" Disse. "Mi dovevo svellere il cuore il giorno in cui decisi di vendicarmi!"»

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«"Perché" disse nella lingua sonora delle figlie di Sparta e d'Atene "perché mi fai chiedere il permesso di entrare da me? Non sei tu il mio padrone? Non sono io la tua schiava?" Montecristo sorrise a sua volta: "Haydèe" disse, "non sapete?..." "Perché non dai del tu come sempre?" Interruppe la giovane greca. "Ho dunque commesso qualche mancanza? In questo caso bisogna punirmi, ma non darmi del voi" "Haydèe" disse il conte, "tu sai che siamo in Francia, e che per conseguenza sei libera." "Libera di far che?" Domandò la giovane. "Libera di lasciarmi." "Lasciarti!... e perché lo farei?" "Che so io?... Vedremo gente..." "Non voglio vedere alcuno." "E se in mezzo ai bei giovani che incontrerai, qualcuno ti piacesse, io non sarò tanto ingiusto..." "Non vidi mai uomo più bello di te, e non amai che mio padre e te"»

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