Alexandre Dumas

scrittore e drammaturgo francese

Alexandre Dumas è stato un celebre scrittore francese. Nel 1823 Dumas si trasferì a Parigi, dove entrò al servizio del Duca di Orléans come copista, grazie alla sua buona calligrafia. Nel frattempo iniziò a scrivere testi per il teatro proponendoli agli impresari.

Il suo “Henri III et sa cour”, primo esempio di dramma romantico, fu rappresentato alla Comédie-Française nel 1829. Grazie al successo poté quindi abbandonare il suo impiego per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. 

Tra il 1846 e il 1847 fece costruire e inaugurare un proprio teatro, che chiamò il "Théâtre-Historique". Sfortunatamente, però, il teatro fallì nel 1850. Rovinato dai debiti, lo scrittore fu costretto a vendere all'asta il suo castello e nel 1851, cercato da più di 150 creditori, dovette riparare in Belgio.

Viaggiò all’estero tornando in patria una volta pagati tutti i debiti. Fece quindi un viaggio attraverso l'Olanda e la Germania. Nel 1854, risolti i suoi problemi finanziari, ritornò a Parigi.

Nel settembre del 1870, dopo una malattia vascolare che lo lasciò semiparalizzato, si trasferì nella villa di suo figlio Alexandre a Puys, vicino a Dieppe, dove morì.
 
 
Non c'è vera felicità se non quella di cui ci si accorge di godere. Il bambino è felice, è vero, ma siccome lo viene a sapere soltanto molto più tardi è come se non lo fosse mai stato
data: 03/12/15 autore:

«V'è una sola cosa al mondo eternamente bella, giovane e feconda: l'arte divina.»

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«"E quei quattro uomini erano uniti, voi dite?" | "Come se fossero stati uno solo, come se i quattro cuori avessero battuto in un solo petto... e perciò, che cosa non fecero quei quattro!"»

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«In generale, si chiedono consigli solo per non seguirli o, se si seguono, è per avere qualcuno da rimproverare per averli dati.»

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«Dite "Io voglio", e tutta la mia vita è incatenata alla vostra, e tutto il mio cuore è vostro per sempre.»

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«Più amici, più avvenire, più nulla! Le mie forze sono infrante, come il fascio della nostra passata amicizia. Oh! La vecchiaia arriva, fredda, inesorabile; avvolge nel suo velo funebre tutto ciò che riluceva, tutto quello che odorava al tempo della giovinezza; poi si carica sulle spalle il dolce fardello e lo porta con tutto il resto, in quell'abisso senza fondo che è la morte.»

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«Non conosco nessuno che valga d'Artagnan!»

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«Signore, lo sapete che ho viaggiato molto, che ho passato due anni lontano da lei. Qualunque abitudine si rompe in due anni, credo... Ebbene, al ritorno, io amavo, non di più, che sarebbe stato impossibile, ma come prima.»

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«"E c'è al mondo un uomo che, potendo chiedere, non chieda?" | "C'è il conte De La Fère, signora; il conte De La Fère non è un uomo" | "e che cosa è?" | "Il conte De La Fère è un semidio"»

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«"Andate" disse lentamente il conte "andate, amico caro... ma di grazia, se trovaste qualche ostacolo, ricordatevi che ho del potere in questa società e che sono felice d'impegnare questo potere a profitto delle persone che amo, io vi amo moltissimo, Morrel..." | "grazie" disse il giovane "me ne ricorderò come i bambini egoisti si ricordano dei genitori quando ne hanno bisogno. Quando avrò bisogno di voi, e forse questo momento verrà, verrò da voi, conte."»

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«Mio padre, signore, vedeva in quest'azione un miracolo. Mio padre credeva ad un benefattore uscito per noi dalla tomba. Oh qual commovente sentimento, signore, era questo... e mentre io stesso non ci credevo, ero ben lontano dal voler distruggere questa fede nel suo nobile cuore! Così quante volte ci pensava, pronunciando a bassa voce un nome, nome di un amico molto caro, il nome di una amico perduto! E quando fu vicino a morte, quando l'approssimarsi dell'eternità ebbe dato al suo spirito qualche cosa della chiaroveggenza della tomba, questo pensiero, che fino ad allora non era che un dubbio, divenne convinzione, e le ultime parole che pronunziò morendo furono queste: "Massimiliano, egli era Edmondo Dantes!"»

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«Che cos'è, per lo più, l'amore? Il capriccio d'un giorno, un'allegra unione, mediante la quale due esseri s'ingannano reciprocamente e spesso in buona fede.»

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«Si crede con facilità ciò che si brama.»

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«Un uomo solo c'era nel mondo che potesse trattenermi, e la fatalità mi mette d'avanti a quest'uomo!»

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«Il tutto è nel poco: il bambino è piccolo e contiene l'uomo, il cervello è angusto e ricetta il pensiero, l'occhio non è che un punto eppure abbraccia gli spazi.»

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«Le mogli ci ispirano grandi cose, il guaio è che non ci permettono di conseguirle.»

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«Il coraggio incute rispetto anche ai nemici.»

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«L'arte ha bisogno o di solitudine, o di miseria, o di passione. È un fiore di roccia che richiede il vento aspro e il terreno rude.»

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«Alla felicità manca sempre qualcosa. Adamo, in mezzo al paradiso terrestre, non si è sentito completamente felice e ha addentato quella dannata mela che ha dato a tutti un bisogno di curiosità per cui ognuno passa la vita alla ricerca di una qualsiasi cosa incognita.»

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«Il legame del matrimonio è così pesante che si deve essere in due per portarlo, spesso in tre.»

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«L'esistenza non è più che il compimento ripetuto di un desiderio continuo; l'anima non è che la vestale incaricata di alimentare il sacro fuoco dell'amore.»

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