«Arafat reagì [all'intervista] quasi sempre con discorsi allusivi o evasivi, giri di frase che non contenevano nulla fuorchè la sua intransigenza retorica, il suo costante timore di non persuadermi. E nessuna volontà di considerare, sia pure in un gioco dialettico, il punto di vista altrui. Nè basta osservare come l'incontro tra un arabo che crede alla guerra e un'europea che non ci crede più sia un incontro immensamente difficile. Anche perchè quest'ultima resta imbevuta del suo cristianesimo, del suo odio per l'odio, e l'altro invece resta infagottato dentro la sua legge dell'occhio-per-occhio-dente-per-dente: epitome di ogni orgoglio.»
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«Signor Cavaliere, noi due non ci amiamo. Si sa. Ma il comportamento che quella gente tiene verso di Lei è così incivile, così insopportabile, così ributtante, quindi offensivo per la libertà e la democrazia, che a portarvi un benchè minimo e involontario contributo mi vergognerei.»
| VOTI: 2 |