«Alla fine diventi involontariamente il rappresentante di una categoria che ti appiccicano gli altri. Non mi piace che qualcuno possa liquidarmi con un aggettivo e due parole in croce su un giornale, è una cosa che mi ha sempre disturbata. La violenza è questa: descriverti come icona di una categoria. A prescindere dalla categoria, intendiamoci. La lolita di "Non è la Rai", poi quella dei prezzemolini tivù, poi le deficienti che si riciclano, poi quella che piace agli intellettuali, poi quella che ora è tornata figa perché fa i film con Ferzan Ozpetek, che è brava perché è madre. Sono tutte risposte del cazzo: non sono una brava donna perché ho due figli, se lo sono è per altri motivi. Le categorie sono poche per quello che sei e troppe quando frullano tutte insieme.»
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«Ballare il repertorio, certo, è stato importante ma, forse ancora di piu, è stata significativa la mia capacità di rinnovarmi, di trovare nuovi personaggi da interpretare e proporre. Importante il decentramento che mi ha portato a danzare in paesi piccoli ed in teatri piccolissimi.»
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«Mi considero fortunata per la carriera che ho avuto. E' stato difficile resistere, lottare, affrontare i momenti bui, andare oltre. E' stato fondamentale Beppe, che non mi è mai venuto meno perché non è stato soltanto il marito ma il compagno, l'intellettuale, il regista, l'ideatore di centinaia di occasioni e di creazioni indimenticabili.»
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«Quando Alicia Markova venne a ballare alla Scala avrà avuto 45 anni. Le altre ragazze la chiamavano la vecchietta. Per me era fantastica. Che nobiltà, che incanto di piedini.»
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«Ho portato in scena la leggenda di Rodolfo Valentino. Carisma, sex appeal, tenacia. Inamovibile nel conquistare glorie e successi cinematografici. Da anni inseguivo il grande Rodolfo. Si tratta di un vero e proprio spettacolo musicale in cui ho cantato, danzato e recitato nei panni di uno dei miti del cinema muto.»
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«La mia famiglia è la più buona che esiste ed è la cosa più bella della mia vita. Mia madre fa la segretaria ed è la mia migliore amica. Ho una sorella più piccola, bellissima, che è me in miniatura. Lei però odia il mondo dello spettacolo, lo trova vuoto e falso.»
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«Qualunque sia il contesto teatrale, per me lo spazio scenico deve soprattutto mettere in evidenza un'operazione inventiva nuova che perlopiù consiste nell'ideare una macchina scenica con effetti agili e con movimenti aerei, per dare una varietà dello spazio e una molteplicità di lettura.»
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«Non mi interessa una scenografia illustrativa o celebrativa; il compito dello scenografo, infatti, è quello di "mediare" visualmente il testo con inventività e fantasia per un nuovo pubblico in un altro e diverso periodo storico.»
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«Quando progetto le scene e i costumi dei diversi spettacoli presto sempre grande attenzione alle riflessioni e ai problemi che pone il testo, con tutte le connesse interpretazioni e significazioni culturali. Cerco di usare la forza dell'astrazione per trascrivere nel linguaggio visivo, il linguaggio letterario, verbale o musicale del testo stesso.»
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«L'esperienza teatrale mi ha aperto nuovi orizzonti, mi ha stimolato a sperimentare nuovi approcci e nuove idee nell'ambito della scultura stessa, in particolare per le opere di grandi dimensioni.»
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«Amo tantissimo scrivere e quindi adoro tutte le attività legate alla scrittura e al mondo dello spettacolo.»
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«Una cattiva imitazione è buffa solo quando è intesa come adulazione e quando non riesce molto bene.»
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«Un'imitazione caricaturale, esagerata, di qualcuno che conosciamo non è altrettanto divertente quanto quella che quasi non si può distinguere dall'originale.»
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«Se l'imitazione è una parodia voluta, è tanto più buffa quanto più è esatta.»
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«Partecipiamo ad una tragedia; una commedia che solo noi siamo in grado di osservare.»
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«No, il Palio è proprio uno spettacolo, senza nessun significato in particolare, ma per il semplice fatto di esser tradizionale e ancora vitale, significa infinitamente di più degli eventi inglesi nati morti con tutti i loro versi sciolti alla Parker e le loro drammatiche rievocazioni. Perché questi paggi, questi armati, questi alfieri provengono direttamente dall'età del Pinturicchio.»
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«Ci sono volte in cui è davvero difficile tornare alla sbarra la mattina dopo uno spettacolo, alle 10, per scaldarsi e allenarsi. Ci vuole un rigore che altri mondi che incontro non hanno. Da una parte è difficile, dall'altra è un privilegio perchè so di avere altri valori, qualcosa da dimostrare e da conquistare ogni giorno.»
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«Non ero (e non sono) ancora mai stato a teatro. Per me il teatro era solo quello d'opera, il "Margherita" a Bari, l'Arena a Verona, a Roma "Caracalla", il "Politeama" di Lecce. Mi ci portavano i genitori, appassionati di lirica, quando andavamo in villeggiatura. Il teatro era cantato. Lo vedevo e soprattutto lo ascoltavo in radio. Ignoravo il teatro di prosa. E non ho mai più smesso di ignorarlo.»
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«Ho un messaggio per chiunque verrà all'Ozzfest quest'estate [2000]: se state pensando di salire sul palco durante il mio spettacolo, per piacere non datemi un abbraccio da orso, perchè fanno maledettamente male. Statemi a sentire, sono terribilmente serio. Durante la prima serata del tour dell'anno scorso, questo tizio gigantesco saltò sul palco e mi diede un enorme abbraccio da orso: mi schiacciò tre costole e dovetti completare l'intero tour in totale agonia. Non potevo crederci, la prima fottutissima serata!»
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