Jack Kerouac

scrittore, poeta e pittore statunitense

«Tutti gli altri sono assolutamente soddisfatti della vita così com'è. Io no. Voglio la pura comprensione e poi la vita, così com'è. | Deciderò io stesso cosa fare della mia vita, anche se brucerò nel provarci.»

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«È un peccato che io riesca a essere così felice vivendo come un eremita.»

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«Non è il male il vero pericolo per il mondo, è la parola sbagliata, è la stupidità a essere pericolosa.»

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«Ginsberg dice che non comprendo la "società", solo la "solitudine dove tutto è duro, triste e senza speranza".»

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«Col passare del tempo o si diventa più taciturni o si diventa pazzi esasperando il proprio cuore... no? Sì.»

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«Fuori da quella landa favolosa e animata di me stesso che è così interessante, troppo interessante per una reale felicità terrena.»

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«Devo essere felice o morire, perché la mia condizione terrena è piena di una tristezza insostenibile e io do la colpa a Dio anziché a me stesso.»

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«Non ho mai chiesto di essere creato e di nascere così inadatto a una simile realtà. Io chiedo solo, ora che sono vivo e consapevole, l'estasi di cui la mia anima ha bisogno.»

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«L'arte è un dolce e splendido isolamento dalla vita, pieno di saggezza e genialità. Mentre gli amanti passeggiano a braccetto sotto i remi delle Foresta, l'artista siede ai piedi di un albero, dipinge dei bei quadri e li solleva per farli vedere. È innamorato di se stesso, ma ama anche gli altri, perché mostra loro i frutti del suo lavoro, le sue opere e grida: "Vedete? Vedete? ". Poi, alla fine, si riposa e ritorna tra gli altri, alle passeggiate a braccetto dell'amore terreno, e gli uomini lo amano perché ha creato una cosa talmente bella, ha celebrato la loro vita e il loro amore, ed è tornato tra loro. Dicono: "Quanto strano e meraviglioso è costui! E questa sua anima! ". Ed è tanto vero quanto è misterioso e irresistibile. "È uno di noi, è come noi! Ma sta da solo sotto il suo albero, per un po'. Ci raggiungerà più avanti con le sue soavi creazioni..."»

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«Camminavo nella sera piena di lillà con tutti i muscoli indolenziti in mezzo alle luci della 27ma strada nella Welton in mezzo al quartiere negro di Denver, desiderando di essere un negro, sentendo che quanto di meglio il mondo dei bianchi ci aveva offerto non conteneva abbastanza estasi per me, e neppure abbastanza vita, gioia, entusiasmo, oscurità, musica, né notte sufficiente. [...] Desiderai di essere un messicano di Denver, o persino un povero giapponese stremato dal lavoro, tutto fuorché quel che tristemente ero, un "uomo bianco" disilluso.»

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«Cos'è quella sensazione che si prova quando ci si allontana in macchina dalle persone e le si vede recedere nella pianura fino a diventare macchioline e disperdersi? È il mondo troppo grande che ci sovrasta, è l'Addio. Ma intanto, ci si proietta in avanti verso una nuova, folle avventura sotto il cielo.»

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«Non si può vivere in questo mondo, ma non c'è nessun altro posto dove andare.»

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«Qualcosa, qualcuno, qualche spirito ci perseguitava tutti attraverso il deserto della vita ed era scritto che ci afferrasse prima che raggiungessimo il cielo. Naturalmente adesso che ci torno su col pensiero, questo non è altro che la morte; la morte ci raggiungerà prima del cielo. L'unica cosa per la quale languiamo nei nostri giorni di vita, che ci fa sospirare e lamentarci e sottostare a dolci nausee di ogni specie, è il ricordo di una certa felicità perduta che probabilmente è stata sperimentata nell'alvo materno e può riprodursi solamente (quantunque noi si detesti ammetterlo) nella morte. Ma chi è che vuol morire? Nell'incalzare degli avvenimenti continuavo a pensare a questo nel fondo della mia mente. Lo dissi a Dean ed egli lo riconobbe istantaneamente come la pura e semplice nostalgia della morte; e poiché nessuno di noi può tornare alla vita, lui, giustamente, non voleva aver niente a che farci, e allora mi trovai d'accordo con lui.»

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«Mi dimetto dal tentativo di essere felice.»

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«Tutte le notti continuo a chiedere al Signore, "Perché?" E ancora non ho avuto una risposta decente.»

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«L'ultimo sconsolato bang della mia lattina di Desolazione nel vuoto della valle, che ascolto con soddisfazione, nudo. Lontano, lontano alle porte del mondo c'era il vortice di vento che ammoniva come tutti noi saremo spazzati via come trucioli e piangeremo. Uomini dagli occhi stanchi ora lo capiscono, e attendono di deturparsi e putrefarsi, nonostante questo essi conservano egualmente nel cuore il potere d'amare, non so più cosa significhi quella parola. L'unica cosa che voglio è un cono gelato.»

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«Alzo gli occhi, ecco lì le stelle, sempre le stesse, desolazione, e sotto gli angeli che non sanno di essere angeli. | E Sarina morirà. | Ed io morirò, e voi morirete, e tutti moriremo e persino le stelle si spegneranno una dopo l'altra con l'andar del tempo.»

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«Così, come Lazarus calpesta villaggi, Dio calpesta le nostre vite, e al pari degli operai e dei guerrieri ci preoccupiamo come piccoli in pena di riparare il danno il più presto possibile, anche se in fondo l'impresa è del tutto disperata. Poiché Dio ha un piede più grosso di quello si Lazarus e di tutti i Texcoco e Texaco e Manana del domani.»

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«Il drogato e l'artista hanno un sacco di cose in comune.»

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«"Rammento di aver usato, durante le mie 500 rinascite anteriori, ciascuna delle mie vite per far pratica di umiltà e di aver considerato la mia vita con grande umiltà come se fosse stata quella di un santo destinato a soffrire pazientemente". In modo più diretto di questo sapevo che alla mia età, 34 anni, era meglio aiutare un vecchio che meditare nell'ozio.»

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