«La mia trilogia dedicata a un immaginario fratellastro del dannunziano Andrea Sperelli raccontava il decennio dal 1911 (guerra di Libia) al 1921 (vigilia della Marcia su Roma), fondamentali per la formazione del neonato Stato unitario.»
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«Leggendo il passato si capisce meglio come siamo arrivati ad essere ciò che oggi siamo.»
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«Mi interessa il passato. Non tanto il mio passato, un passato semplicemente biografico.»
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«Il grande scrittore americano Ray Bradbury ha detto di guardare il mondo come una meraviglia, come una storia ininterrotta. È esattamente il mio sentimento nei confronti di ciò che tutti i giorni succede sotto i nostri occhi.»
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«Mi interessa il presente come un racconto la cui conclusione viene continuamente rinviata, un romanzo di grande suspense di cui sfuggono quasi sempre gli sviluppi, con un finale imprevedibile, la cui sola certezza è che qualunque cosa in ogni momento può accadere.»
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«La comunicazione di ciò che sta accadendo, il presente dovunque si verifichi, è l'essenza della televisione, tutto il resto sono accessori.»
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«La prima esperienza significativa da giornalista è stata nel 1966, quando per la prima volta sono andato a vivere a New York. Scrivevo corrispondenze, soprattutto culturali, per il settimanale "L'Espresso", Mauro Calamandrei curava la parte propriamente politica. New York e gli Stati Uniti attraversavano allora una fase critica: Kennedy era appena stato ucciso, suo fratello Robert sarebbe stato assassinato di lì a poco durante la campagna presidenziale. Nel 1967 cominciava la rivolta dei "figli dei fiori" in California, con profonde modificazioni del costume che sarebbero arrivate anche in Europa. Si verificò in quegli anni un grande cambiamento di massa (riassunto nel movimento detto "il Sessantotto") al quale credo che noi italiani in particolare dobbiamo alcuni passaggi verso la modernità, per esempio la conquista del divorzio. Ritengo un privilegio aver visto da vicino la nascita di questi mutamenti.»
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«Non sono credente, sono ateo; ma sono profondamente innamorato di Gesù.»
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«L'esperienza televisiva mi ha fatto toccare con mano le straordinarie capacità narrative che quello strumento possiede se usato sfruttandone le specifiche qualità.»
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«È il punto centrale dei libri che cerco di scrivere: raccontare il passato ancora visibile per creare una connessione e un legame, anche per tentare di capire meglio ciò che sta succedendo.»
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«Ho conosciuto Parigi prima attraverso la lettura, che è un bellissimo modo per conoscere una città: la Parigi del '600, per esempio anche nella sua "revisione" ottocentesca (I tre moschettieri), o la Parigi crudele del verismo. Poi, quando ne ho avuta la possibilità, sono andato a cercare nella realtà le possibili eco di ciò che avevo solo immaginato.»
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«Il quartiere in cui abito quando sono a Parigi è Montparnasse, un misto di grande metropoli e di "villaggio", una zona rallegrata dal giardino del Lussemburgo che è uno dei più belli della capitale francese, un quartiere dove si può mantenere un certo calore umano nei rapporti, come in una cittadina di provincia.»
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«Quello che la Francia sta facendo per il rilancio del disegno politico dell'Europa è bello, bello che il presidente Chirac e il premier Jospin, separati quasi su tutto, concorrenti diretti alle prossime elezioni presidenziali, siano invece uniti su questo disegno.»
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«Ecco una cosa di cui noi italiani non siamo ancora capaci: la difesa di una visione nazionale al di là delle diverse opinioni politiche.»
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«Una volta mi piaceva molto Montmartre, certe stradine segrete sul versante settentrionale dell'altura (il nome deriva dalla contrazione di Mons martirum), l'incanto dei tramonti estivi dalla spianata del Sacro Cuore. Adesso non ci si può quasi più andare, perché è diventata, come Trastevere, una specie di zoo per turisti.»
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«Ho avuto due grandi opportunità professionali. Partecipare nel 1976 alla nascita di un quotidiano come "La Repubblica" e nel 1987 al varo di quella importante esperienza televisiva che è stata Raitre. Due grandi direttori: Eugenio Scalfari e Angelo Guglielmi.»
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«Il modo in cui un paese delinque è uno dei più potenti rivelatori della sua anima.»
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«Le ragioni per le quali il delitto per antonomasia, l'omicidio, viene commesso, dicono più cose di qualunque inchiesta sulle condizioni di una società.»
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