Alessia Auriemma

«Quando qualcuno arriva a te, | lo fa con un gran rumore sul lato del cuore. | Non può giungere più silenzioso perché deve irrompere, | ma, il vero segreto è che quando una persona ti tocca dentro | lo fa con tutto ciò che è, con i suoi pregi e con i suoi difetti, | con il suo sorriso e la sua complicità | e se riesce ad entrarti dentro | per quello che è, | quel gran fracasso diventa uno stridore così forte | da far gridare ogni fibra del tuo essere.»

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«Non sono soltanto i coltelli che ti trapassano. | Ci sono lame che di affilato non hanno nulla ma feriscono ugualmente. | E se non lasciano graffi visibili sulla pelle, ti segnano. | Sono gli scossoni lungo il cammino che dentro franano. | Sono gli smottamenti che lasciano le crepe nelle parti di te più nascoste. | Ogni tanto puoi sentirli. Ogni tanto vanno ancora alla deriva, | quei pezzi di te.»

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«Il mondo è ciò che vivi, è ciò che fai. | È questa la tua partita più scottante. | Riuscire a vincere quei round | che potrebbero gettarti a terra sul campo, | rovinandoti addosso la polvere. | Eppure nello stesso tempo ti rovesciano dentro | la vita.»

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«Una volta mi disse che amava il vento. Le chiesi il motivo. | Mi rispose che il vento aveva il profumo del mondo | e quando le arruffava i capelli | lei si sentiva "imbrattata" | come un dipinto dai mille colori, | impreciso, sfregiato, ma, che porta con sé | ogni sfumatura perché levigato | dietro i suoi occhi.»

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«Forse domani sorrideremo ripensando alle volte | che abbiamo sfiorato il fondo. | Tra le nostre mani questi graffi che portiamo | sembrano bruciare un po' di meno | mentre siamo vivi un po' di più.»

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«Alcuni pensano che far entrare qualcuno nella propria vita sia una cosa da nulla. "Entro" significa che stai facendo un passo e stai attraversando qualcuno. Far entrare è difficile. Ma ancora più difficile è fare quel passo. Questo spiega perché molte persone arrivano ed escono dalla nostra vita. Sono quelle che hanno fatto una passeggiata lungo il perimetro della tua casa, hanno sbirciato all'interno della tua anima e sono rimaste sulla soglia. Non è il permesso che invita ad entrare. È quel passo. Quel passo che chiamiamo "amato" e che è la misura di quanto amiamo. La gente che sta sulla soglia ti ha sorpassato senza mai arrivare dentro.»

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«Le aggiustai il cappello, così. Senza che fosse necessario. Soltanto per un irrefrenabile impulso di toccare qualcosa che fosse suo. Perché lei non era mia. Lei era la mia libertà e la sua, insieme. Ed ogni volta che la stringevo a me, non mi apparteneva. Era tutto quello che era, il suo mondo, la sua vita, a comprendermi. »

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