Frasi Celebri sulla politica di Antonio Labriola


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«Di qui a tre anni noi socialisti potremo celebrare il nostro giubileo. La data memorabile della pubblicazione del Manifesto dei comunisti (febbraio 1848) ci ricorda il nostro primo e sicuro ingresso nella storia. A quella data si riferisce ogni nostro giudizio ed ogni nostro apprezzamento su i progressi, che il proletariato è andato facendo in questo cinquantennio. A quella data si misura il corso della nuova era, la quale sboccia e sorge, anzi si sprigiona e sviluppa dall'era presente, per formazione a questa stessa intima ed immanente, e perciò in modo necessario e ineluttabile; quali che sian per essere le vicende varie e le successive fasi sue, per ora di certo imprevedibili.»

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«[A Benedetto Croce] Ti abbandono anche le pretese differenze tra Marx ed Engels - perché questa è anche una questione dottrinale - ed erudita. Io sono tanto cretino, che quelle differenze non le vedo. Ma io per queste differenze fui sempre un cretino. Io non riuscii mai ad interessarmi per la lotta tra Spaventa e Vera, Rosenkranz e Michelet, tra Strumpell e Drobisch e così via. Sono poco accessibile alla discussione delle cose inutili. (...) Ho scritto di quello che vedo e capisco io in quella forma definitiva di cui sono capace. E così farò sempre senza entrare in filologia.»

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