«Ho scritto i libri che [mio padre] non ha scritto, ho scalato le montagne che avrebbe voluto. Sono suo figlio perché ho ereditato i suoi desideri. Non si eredita il granaio, la casa, ma la penuria, il compito lasciato, la provvista mancata.»
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«Da quando scalo e arrampico, ho stima di tutte le creature che lo fanno meglio di me, dal ragno all'orango. Ammiro la mancanza di sforzo, l'eleganza che è sempre il risultato di un risparmio di energia. Penso agli animali per desiderio della loro perfezione. Sono i miei patriarchi, i miei maestri.»
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