«Poichè dunque l'amor di Dio è la felicità e la beatitudine somma dell'uomo, nonchè il fine ultimo e lo scopo di ogni azione umana, ne viene che osserva la legge divina solo chi si preoccupa di amare Dio.»
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«Per legge umana intendo la condotta di vita che è utile solamente alla sicurezza della vita e dello Stato. Per legge divina intendo quella che si propone come fine esclusivo il sommo Bene, cioè la conoscenza e l'Amore di Dio.»
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«Nessuno può essere costretto dalla violenza o dalle leggi ad essere felice; per conseguire tale stato sono invece necessari un'amorevole e fraterna esortazione, una buona educazione e soprattutto un personale e libero giudizio.»
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«Chi dà quello che spetta a ciascuno per timore della pena capitale agisce dietro comando altrui e costretto dalla paura di un male, nè può chiamarsi giusto; mentre chi attribuisce a ciascuno il suo perchè conosce la vera ragione delle leggi e la loro necessità agisce con coerenza e secondo decisione propria, non altrui, e perciò è a buon diritto chiamato giusto.»
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«L'amore può e deve fare da tramite ai fini della perfezione. Che resta sempre Dio.»
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«Nessuna delle cose che non sono in mio potere mi è tanto cara quanto stringere amicizia con uomini sinceramente amanti della verità .»
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«Gli scismi non nascono tanto dall'Amore ardente della religione, quanto dalla varietà degli affetti umani, dallo spirito di contraddizione che tutto suole guastare e condannare, anche se è ben detto.»
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«Se i filosofi vogliono chiamare spettri le cose che ignoriamo, io non avrò nulla in contrario, perchè vi è un'infinità di cose che mi sono nascoste.»
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«Se qualcuno vede una certa opera, della quale non ne aveva vista una simile, e non conosce l'intenzione dell'artefice, egli senza dubbio non potrà sapere se quell'opera sia perfetta o imperfetta [...] ma, dopo che gli uomini hanno cominciato a formare idee universali e a escogitare modelli di case, edifici, torri ecc. e a preferire certi modelli delle cose ad altri, è accaduto che ciascuno ha chiamato perfetto quel che vedeva concordare con l'idea universale che egli si era formato e, al contrario, imperfetto quello che vedeva concordare di meno con il modello da lui concepito, sebbene secondo il parere del suo artefice fosse completamente compiuto.»
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