Stephen King

scrittore e sceneggiatore statunitense

«Il talento da solo vale poco. Ciò che separa il talentuoso dalla persona di successo è il duro lavoro.»

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«Tutti noi facciamo quel che possiamo e dobbiamo accontentarci... e se non ci basta, dobbiamo rassegnarci. Niente è perduto per sempre. Niente che non possa essere ritrvato.»

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«Qualcuno stava scavando le mie patate, | Me le hanno lasciate dentro il secchio, | e ora quel qualcuno se n'è andato | e guarda un po' in che pasticcio mi ha cacciato.»

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«Il mondo stesso è un posto strano. E difficile. E talvolta sfortunato.»

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«Intuì con la comprensione di un adulto che questioni di realtà concreta diventano non insignificanti, ma meno vitali quando le si esamina al cospetto della maschera quieta e silenziosa della morte. Lo capì con la comprensione di un adulto e lo accettò con il sollievo di un adulto. Fu un'orma fuggevole, l'impronta di una scarpa nella sua mente. Così in un bambino sono tutte le impressioni adulte; è solo negli anni a venire che il bambino capisce di essere stato formato, plasmato da esperienze casuali; tutto quello che rimane nell'istante oltre l'impronta è quell'odore pungente di polvere da sparo che è l'accendersi di un'idea che prescinde dal numero effettivo dei suoi anni.»

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«Stanno stretti sotto i letti, sette spettri a denti stretti.»

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«Le venne in mente, senza alcun motivo particolare, un versetto delle Scritture: Prima di togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo prossimo, occupati della trave che sta nel tuo. Ci pensò su. Pagliuzza? Trave? Quell'immagine specifica le aveva sempre dato da pensare. Che tipo di trave? O di raggio? Perché in inglese, la stessa parola, beam, voleva dire anche raggio. Raggio di sole? Raggio di luna? O trave del tetto? E poi c'erano i raggi dei lampi magnetici e i volti raggianti.»

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«Dove sarebbe quaggiù. | Terminopoli, spiegò con calma Stark. È il capolinea di tutti i servizi su rotaia, Thad.»

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«Ha tolto il tappo. Uno strattone e ciao ciao per sempre. Aveva l'inclinazione. E non bisognava fare fatica per vederlo. Si potrebbe dire che pendeva da quella parte.»

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«La sua voce era gelida come Castle Lake in novembre. Ricordalo. Non ti conviene prendere per il culo me, perché se cerchi di prendere per il culo me... Thad si destò di soprassalto con il volto umido e anche il cuscino bagnato, il cuscino che si stringeva convulsamente contro la faccia. Poteva essere sudore o potevano essere lacrime di pianto. "... La stai mettendo nel culo al migliore".»

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«"Pupa!" Esclamò. "Siamo solo tu e io! Da quanto tempo...". Poi il terrore oscurò il suo viso alla vista di Irma che metteva giù il libro e sollevava la 45. "Ehi, senti, metti giù quell'affare... è carica? Ehi...!" Irma tirò il grilletto. La pistola esplose, uccidendola sul colpo. Non una grande perdita.»

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«Lo stai facendo tu, vecchio brocco.»

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«La negazione cede all'accettazione; l'accettazione genera dipendenza.»

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«Annaffiava troppo in un solo punto e annegava le piante. Quelle della fila dopo, morivano di sete. Non riusciva mai a trovare il giusto mezzo.»

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«Il fenomeno che in seguito avrebbe preso il nome di Impulso ebbe inizio alle 15.03 del 1° ottobre, ora di New York. La definizione era naturalmente imprecisa, ma a dieci ore dall'evento quasi tutti gli scienziati in grado di farlo notare erano o morti o impazziti. In tutti i casi il nome contava poco. Quello che contava era l'effetto.»

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«Era ancora in giardino con la pompa, a fare inutili arcobaleni in aria e a guardarci attraverso.»

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«La verità la riconosci sempre, perché quando ti ferisci con essa o ci ferisci qualcuno, c'è sempre spargimento di sangue.»

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«Ma questo non significa che si possa escludere un incidente di qualche genere. Ti dice niente l'espressione impulsi elettromagnetici? "Brian ricordò Melanie Trevor." E hanno segnalato un'aurora boreale sul deserto californiano. Forse vorrà restare sveglio per vederla. " Possibile? Erano vittime di qualche balordo fenomeno meteorologico?»

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«Quanto di tutto questo stiamo pensando noi e quanto di tutto questo è già stato pensato per noi?»

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«Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato di sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia.»

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