Sergio Bonelli

fumettista e editore italiano

«Piacerebbe a tutti poter fare della propria passione il proprio lavoro. E' una cosa che cambia la vita, se ti va bene, se hai successo. Allora sei contento di aver fatto quella scelta.»

tag: vita lavoro
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«Il segreto di mio padre era che lui scriveva delle storie di cui avrebbe voluto essere il protagonista, mentre a me piaceva stemperare la situazione mettendoci dentro riferimenti legati al mondo del cinema che amavo: Gianni e Pinotto, Stanlio e Ollio, persino un po' di cartoni animati.»

tag: cartoni animati
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«Mio padre era un ammiratore del coraggio, dell'eroe, quindi le sue storie erano decisamente avventurose. Io all'eroe ci credo un po' meno, mi piaceva far vedere che anche in una situazione eroica ci può stare il momento comico.»

tag: coraggio
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«Ho deciso di usare uno pseudonimo per il rispetto che dovevo a mio padre. Lui era un uomo che per tutta la vita ha fatto delle cose molto importanti, era bravissimo, e usare il nome Bonelli poteva creare confusione: non volevo che lui, che da trent'anni aveva lasciato una traccia nell'editoria a fumetti, venisse scambiato per me, che invece stavo cominciando. Mi è sembrata la cosa più giusta da fare, e continuo a pensare che sia stato giusto così.»

tag: vita uomini
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«Leggevo i soggetti di mio padre e mi chiedevo quanta fatica c'era dietro quel lavoro. In molti casi cominciavo, magari facevo i primi numeri e poi lasciavo stare, perchè facevo fatica, mi sembrava di non esser capace. Spesso mio padre interveniva e portava avanti le cose.»

tag: lavoro
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«Ho affrontato tematiche che personalmente non condividevo, io che non amavo i gialli ho dato retta a chi mi ha detto di provare a farli. In fondo, per quanto uno personalizzi il proprio lavoro, non puoi dire "faccio solamente quello che piace a me", e allora ti fidi dei collaboratori.»

tag: lavoro
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«Abbiamo fatto tante cose, ma tutte rappresentano dei tentativi per capire qual è la direzione nella quale muoversi, e l'unico modo è quello di rischiare, e rischiare vuol dire anche andare incontro a delle delusioni, a dei fiaschi. L'importante è che non siano degli insuccessi che ti rovinano, ma in questo siamo sempre stati molto cauti: non siamo gente che rischia più di tanto, ma certi rischi di argomento ce li siamo presi. Questi tentativi spesso si sono ridimensionati a modesti successi, che campano. Altri invece sono stati dei tonfi più pesanti, che però vengono sostenuti perchè hanno la loro logica in un contesto generale - dove se un giornale va male l'altro va bene e si compensano - e tu tieni vivo un mondo di persone che lavorano.»

tag: vita
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