Heinrich Heine

poeta tedesco

Christian Johann Heinrich è stato il maggior poeta tedesco. Heine visse nel periodo di transizione tra il romanticismo e il realismo. Di ricca famiglia cercò di adeguarsi a una vita borghese che non gli si confaceva. Nel 1817 le sue prime liriche d'amore vennero pubblicate su una rivista tedesca ed iniziò, nella città di Bonn, gli studi di diritto, filosofia e letteratura seguendo le lezioni di August Wilhelm von Schlegel. Nel 1821 si trasferì all'Università di Berlino e frequentò assiduamente Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Friedrich Schleiermacher e Adalbert von Chamisso.
 
 
Non chiedetemi che cosa ho, ma che cosa sono.
 
 
Nel 1823 pubblicò "Intermezzo lirico", viaggiò molto (anche in Italia) e pubblicò “Impressioni di viaggio”. Heine decise di trasferirsi poi nella più libera Francia dove lavorò come giornalista anche per testate tedesche. La sua poetica sentimentale e originale, sempre obiettiva, gli ha permesso di conquistare una fama internazionale diventando uno dei poeti più celebri tedeschi dopo Goethe.
 
 
E' dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca.
data: 12/08/14 autore:

«Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce.»

tag: dolore
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«Dove le parole finiscono, inizia la musica.»

tag: musica
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«Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.»

tag: uomini libri
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«É dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca.»

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«La banderuola sul campanile, sebben fatta di ferro, sarebbe presto infranta dal vento di tempesta se non comprendesse la nobile arte di volgersi ad ogni vento.»

tag: arte
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«L'avvocato è un galantuomo che salva i vostri beni dai vostri nemici tenendoli per sè.»

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«L'esperienza è una buona scuola. Ma le sue rette sono più alte.»

tag: esperienza scuola
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«Ognuno dovrebbe perdonare i propri nemici, ma non prima che questi siano impiccati.»

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«Non chiedetemi che cosa ho, ma che cosa sono.»

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«Pazzia d'amore! Pleonasmo. L'amore è già in sé una pazzia.»

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«I tre santi Re Magi dall'Oriente | Chisedono in ogni piccola città: | "Cari ragazzi e giovinette, dite, | la strada per Betlemme è per di qua? " | | Ma i giovani ed i vecchi non lo sanno | E i tre Re Magi sempre avanti vanno; | ma una cometa d'oro li conduce | che lassù chiara e amabile riluce. | | La stella sulla casa di Giuseppe | Ecco s'arresta: là devono entrare. | Il bovetto muggisce, il bimbo strilla, | e i tre Re Magi prendono a cantare.»

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«Non mi chiedere che cosa ho, mia cara, chiedimi che cosa sono.»

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«Amo te sola, t'amo più d'ogni umana cosa.»

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«Là dove si bruciano i libri, si bruceranno anche gli uomini.»

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«Lo scrittore che vuol promuovere una rivoluzione sociale, può sempre precorrere il suo tempo di un secolo.»

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«Chi brucia i libri, presto o tardi arriverà a bruciare esseri umani.»

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«Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce.»

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«È dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca.»

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«Il commerciante ha in tutto il mondo la medesima religione.»

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«Per una donna la bruttezza è già metà della strada verso la virtù.»

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