Giorgio Caproni

poeta, critico letterario e traduttore italiano

«Per lei voglio rime chiare, usuali: in -are. Rime magari vietate, ma aperte: ventilate. Rime coi suoni fini (di mare) dei suoi orecchini. O che abbiano, coralline, le tinte delle sue collanine. Rime che a distanza (Annina era così schietta) conservino l'eleganza povera, ma altrettanto netta. Rime che non siano labili, anche se orecchiabili. Rime non crepuscolari, ma verdi, elementari.»

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«Viltà d'ogni teorema. / Sapere cos'è il bicchiere. / Disperatamente sapere che cosa non è il bicchiere, le disperate sere quando (la mano trema, trema) nel patema è impossibile bere.»

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«Hanno rubato Dio. / Il cielo è vuoto. / Il ladro non è ancora stato (non lo sarà mai) arrestato.»

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«Tanto per non finire: la morte, già così allegra a viverla, ora la dovrei morire? / (Non me la sento, d'ucciderla)»

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«Ah, mio dio. Mio Dio. Perché non esisti?Così sbiadito a quest'ora lo sguardo del mare, che pare negli occhi (macchie d'indaco appena celesti) del bagnino che tira in secco le barche. / Come una randa cade l'ultimo lembo di sole. / Di tante risa di donne, un pigro schiumare bianco sull'alghe, e un fresco vento che sala il viso rimane.»

tag: donne
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«Dio di volontà, Dio onnipotente, cerca, a furia d'insistere - almeno - d'esistere»

tag: volonta
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«Non mi è amico, il Diavolo, non si cura di me. Al diavolo, allora, anche il Diavolo, se anche il male, io, me lo devo fare da me.»

tag: amicizia
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«Per lei voglio rime chiare, | usuali: in -are. | Rime magari vietate, | ma aperte: ventilate. | Rime coi suoni fini | (di mare) dei suoi orecchini. | O che abbiano, coralline, | le tinte delle sue collanine. | Rime che a distanza | (Annina era cosí schietta) | conservino l'eleganza | povera, ma altrettanto netta. | Rime che non siano labili, | anche se orecchiabili. | Rime non crepuscolari, | ma verdi, elementari.»

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«Anche le vampe fiorite | ai balconi di questo paese, | labile memoria ormai | dimentica la sera. | | Come un'allegoria, | una fanciulla appare | sulla porta dell'osteria. | Alle sue spalle è un vociare | confuso d'uomini ? e l'aspro | odor del vino.»

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«Questa notte ti ho sognata, io che non sogno mai. »

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«Il mare brucia le maschere, | le incendia il fuoco del sale. | Uomini pieni di maschere | avvampano sul litorale. | | Tu sola potrai resistere | nel rogo del Carnevale... »

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«belle le poesie di Caproni»

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«Ah, giovinezza, come fu fragile il vento, fra i rami, della tua voce.»

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«La morte non finisce mai.»

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«Com'è alto il dolore. | L'amore, com'è bestia. | Vuoto delle parole | che scavano nel vuoto vuoti | monumenti di vuoto. Vuoto | del grano che già raggiunse | (nel sole) l'altezza del cuore.»

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«Il mare brucia le maschere, | le incendia il fuoco del sale. | Uomini pieni di maschere | avvampano sul litorale. | | Tu sola potrai resistere | nel rogo del Carnevale. | Tu sola che senza maschere | nascondi l'arte d'esistere.»

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«Così sbiadito a quest'ora | lo sguardo del mare, | che pare negli occhi | (macchie d'indaco appena | celesti) | del bagnino che tira in secco | le barche. | | Come una randa cade | l'ultimo lembo di sole. | | Di tante risa di donne, | un pigro schiumare | bianco sull'alghe, e un fresco | vento che sala il viso | rimane.»

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«Tanto per non finire: | la morte, già così allegra a viverla, | ora la dovrei morire? | | (Non me la sento, d'ucciderla)»

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«Hanno rubato Dio. | | Il cielo è vuoto. | | Il ladro non è ancora stato | (non lo sarà mai) arrestato.»

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«Viltà d'ogni teorema. | | Sapere cos'è il bicchiere. | | Disperatamente sapere | che cosa non è il bicchiere, | le disperate sere | quando (la mano trema, | trema) nel patema | è impossibile bere.»

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