Gianni Rodari

scrittore, pedagogista, giornalista, poeta e partigiano italiano

Giovanni Francesco Rodari, detto Gianfranco ma in arte Gianni, è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano. È famoso per le sue storie dedicate e pensate per i bambini. Per questo motivo la sua produzione è stata tradotta in moltissime lingue. Vincitore del prestigioso Premio Hans Christian Andersen (edizione 1970), fu uno tra i maggiori interpreti del tema "fantastico". Nonostante il carattere schivo e solitario grazie alla scrittura riuscì a toccare le corde più sensibili. Rodari si diplomò come maestro e si laureò il Lingue. Dopo la Liberazione iniziò la carriera giornalistica in Lombardia, prima con “Cinque punte”, poi dirigendo “L'Ordine Nuovo” finendo poi a “L’Unità” per curare la rubrica "La domenica dei piccoli". Fondo “Pioniere” e “Avanguardia” continuando a scrivere testi per i ragazzi. Rodari resta uno degli autori più originali, grazie alla "Grammatica della fantasia", sua opera principale, uno fra i principali teorici dell'arte di inventare storie. Tra le sue pubblicazioni più note: “Favole al telefono” e “La freccia azzurra”.
 
 
Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell'ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell'energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un'energia troppo costosa.
Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa.
data: 10/23/15 autore:

«Nel paese della bugia, la verità è una malattia.»

tag: verita
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«La lana si sciupa | anche il cotone è normale | ma c'è solo una cosa che non si sciupa | è la guancia della mamma che è sempre | pronta ad avere il bacino dal proprio figlio.»

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«Io so gli odori dei mestieri: | di noce moscata sanno i droghieri, | sa d'olio la tuta dell'operaio, | di farina il fornaio, | sanno di terra i contadini, | di vernice gli imbianchini, | sul camice bianco del dottore | di medicine c'è un buon odore. | I fannulloni, strano però | non sanno di nulla e puzzano un pò»

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«Nei mari della luna | tuffi non se ne fanno: | pesci non c'è ne stanno. | Che magnifico mare | per chi non sa nuotare!»

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«Per favore! Fatemi gli auguri per tutto l'anno: voglio, un gennaio col sole d'aprile, un luglio fresco, un marzo gentile; voglio, un giorno senza sera, voglio un mare senza bufera; voglio un pane sempre fresco, sul cipresso il fiore del pesco; che siano amici il gatto e il cane, che diano latte le fontane, Se poi voglio troppo, non datemi niente, ma datemi una faccia allegra solamente per tutto l'anno 2013. A tutti un mare di auguri e buon anno a tutti.»

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«Filastrocca corta e matta, | il porto vuole sposare la porta, | la viola studia il violino, | il mulo dice: - Mio figlio è il mulino -; | la mela dice: - Mio nonno è il melone -; | il matto vuole essere un mattone, | e il più matto della terra | sapete che vuole? Fare la guerra!»

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«Filastrocca a voce bassa, | chi è di notte che passa e ripassa? | È il principe Fine e non può dormire. | Perché ha sentito una foglia stormire? | O forse è l'omino dei sogni che porta | i numeri del lotto di porta in porta? | È un signore col mal di denti | in compagnia di mille tormenti? | L'ho visto; è il vigile notturno | che fa la ronda taciturno: | i ladri scantonano per la paura, | la città dorme sicura.»

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«Le favole dove stanno? | Ce n'è una in ogni cosa: | nel legno del tavolino, | nel bicchiere, nella rosa. | La favola sta lì dentro | da tanto tempo, e non parla: | è una bella addormentata | e bisogna svegliarla. | Ma se un principe, o un poeta, | a baciarla non verrà | un bimbo la sua favola | invano aspetterà.»

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«Indovinami indovino, | tu che leggi nel destino l'anno nuovo come sarà, | bello brutto o metà e metà, | ho stampato nei miei libroni, | che ci son almeno quattro stagioni, | ognuno al suo posto il carnevale ed un ferro agosto...»

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«Filastrocca impertinente, | chi sta zitto non dice niente; | chi sta fermo non cammina; | chi va lontano non s?avvicina; | chi si siede non sta ritto; | chi va storto non va dritto; | e chi non parte, in verità, | in nessun posto arriverà.»

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«Il fieno è falciato | il cacciatore ha sparato, | l'autunno è inaugurato: | Il grillo si è murato | nella tomba in mezzo al prato.»

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«Zero mosche sopra un prato, | uno struzzo addormentato, | due api nere e gialle, | tre bellissime farfalle, | quattro gatti sopra al letto, | cinque topi sotto al letto, | sei pinquini infreddoliti, | sette polipi impauriti, | otto cani in compagnia, | nove pesci in allegria.»

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«Il Pane | Le filastrocche dei mestieri. | | S'io facessi il fornaio | vorrei cuocere un pane | così grande da sfamare | tutta, tutta la gente | che non ha da mangiare. | | Un pane più grande del sole, | dorato, profumato | come le viole. | | Un pane così | verrebbero a mangiarlo | dall'India e dal Chilì | i poveri, i bambini, | i vecchietti e gli uccellini. | Sarà una data | da studiare a memoria: | un giorno senza fame! | Il più bel giorno di tutta la storia.»

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«Sai quanto pesa la lacrima di un bambino viziato? | Meno del vento. | Sai quanto pesa la lacrima di un bambino che soffre? | Più del mondo.»

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«Le cose che esistono già non c'è bisogno di disegnarle. | Io ne disegno di nuove e mi diverto a guardarle.»

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«Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lacrime versate nei cinque continenti per colpa dell'ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell'energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un'energia troppo costosa.»

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«Nel paese della bugia, la verità è una malattia.»

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«Il Pane | Le filastrocche dei mestieri. | | S'io facessi il fornaio | vorrei cuocere un pane | così grande da sfamare | tutta, tutta la gente... »

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«Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa.»

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«Bisognerebbe vedere oggettivamente, liberandoci dai nostri pregiudizi personali, che cos'è per un bambino l'esperienza di Goldrake. Bisognerebbe chiedersi il perché del loro successo, studiare un sistema di domande da rivolgere ai bambini per sapere le loro opinioni vere, non per suggerire loro delle opinioni, dato che noi spesso facciamo delle inchieste per suggerire ai bambini le nostre risposte. Invece di polemizzare con Goldrake, cerchiamo di far parlare i bambini di Goldrake, questa specie di Ercole moderno. Il vecchio Ercole era metà uomo e metà Dio, questo in pratica è metà uomo e metà macchina spaziale, ma è lo stesso, ogni volta ha una grande impresa da affrontare, l'affronta e la supera. Cosa c'è di moralmente degenere rispetto ai miti di Ercole?»

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