Gaio Valerio Catullo

poeta romano

«Ipsa olera olla legit. | La pignatta sceglie da sé le sue verdure.»

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«Ciò che una donna dice a un amante scrivilo nel vento, o nell'acqua che va rapida.»

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«Odi et amo. quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. | Ti odio e ti amo. Ti Chiederai come faccia! | Non so, ma avviene ed è la mia tortura.»

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«Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. | Odio e amo. Forse mi chiedi perchè lo faccia. Non lo so, ma sento che accade e mi tormento.»

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«Difficile est longum subito deponere amorem. | È difficile guarire di colpo d'un amore durato a lungo.»

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«Per molte genti e molte acque di mare portato, | vengo, fratello, a queste esequie dolorose | per consegnarti l'estremo dono di morte | e invano parlare, alla tua muta cenere, | poi che la sorte te, proprio te, mi ha rapito, | ah infelice fratello, crudelmente strappatomi. | Ed ora queste offerte, che per l'antico costume | dei padri, ti reco, triste dono alle tombe, | accoglile, grondanti di molto pianto fraterno. | E per l'eternità addio, fratello, addio.»

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«Nunc te cognovi; quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. | Adesso so chi sei: e pure se la voglia aumenta, sempre di più mi diventi indifferente, flebile.»

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«È difficile far finire improvvisamente un amore che dura da tanto.»

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«Non inseguire chi fugge, non vivere in pena, soffri con animo fermo, sopporta, resisti.»

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«sono convinta, che anche nell'ultimo istante della mia vita; avrò la possibilità di cambiare il mio destino! | qusta è la mia mail ilenia_sale@yahoo.it»

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«Amo e odio, forse mi chiedi perché. Non lo sò ma è così; me ne accorgo e mi tormento.»

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«A chi morderai le labbra? A chi sembrerai bella?»

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«Miser Catulle, desinas ineptire, et quod vides perisse perditum ducas. | Misero Catullo, smetti di impazzire, e ciò che vedi esser perso consideralo perduto.»

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«Per molte genti e molte acque di mare portato, | vengo, fratello, a queste esequie dolorose | per consegnarti l'estremo dono di morte | e invano parlare, alla tua muta cenere, | poi che la sorte te, proprio te, mi ha rapito, | ah infelice fratello, crudelmente strappatomi. | Ed ora queste offerte, che per l'antico costume... »

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