Gabriele D'Annunzio

scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano

«Stringiti a me, abbandonati a me, sicura. Io non ti mancherò e tu non mi mancherai. Troveremo, troveremo la verità segreta su cui il nostro amore potrà riposare per sempre, immutabile. Non ti chiudere a me, non soffrire sola, non nascondermi il tuo tormento! Parlami, quando il cuore ti si gonfia di pena. Lasciami sperare che io potrei consolarti. Nulla sia taciuto fra noi e nulla sia celato. Oso ricordarti un patto che tu medesima hai posto. Parlami e ti risponderò sempre senza mentire. Lascia che io ti aiuti, poiché da te mi viene tanto bene!»

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«Oh, s'io potessi darvi l'oblio d'ogni cosa!»

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«E credere in te soltanto, giurare in te soltanto, riporre in te soltanto la mia fede, la mia forza, il mio orgoglio, tutto il mio mondo, tutto quel che sogno, e tutto quel che spero...»

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«Avere un pensiero unico, assiduo, di tutte le ore, di tutti gli attimi;... non concepire altra felicità che quella, sovrumana, irraggiata dalla sola tua presenza su l'esser mio;... vivere tutto il giorno nell'aspettazione inquieta, furiosa, terribile, del momento in cui ti rivedrò.»

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«La pietà che mi venisse da voi mi sarebbe più cara della passione di chiunque altra.»

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«Io rinunzierei a tutte le promesse della vita per vivere in una piccola parte del vostro cuore.»

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«Io sono nel vostro sangue e nella vostra anima; io mi sento in ogni palpito delle vostre arterie; io non vi tocco eppure mi mescolo con voi come se vi tenessi di continuo tra le mie braccia, su la mia bocca, sul mio cuore. Io vi amo e voi mi amate; e questo dura da secoli, durerà nei secoli, per sempre. Accanto a voi, vivendo di voi, ho il sentimento dell'infinito, il sentimento dell'eterno. Io vi amo e voi mi amate.»

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«Non ricordo più nulla. Vi amo. Amo voi sola. Penso per voi sola. Vivo per voi sola. Non so più nulla; non ricordo più nulla; non desidero più nulla, oltre il vostro amore.»

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«Laudata sii pel tuo viso di perla, o Sera, e pè tuoi grandi umidi occhi ove si tace l'acqua del cielo.»

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«Ho vissuto più in quindi giorni che in quindici anni; e mi sembra che nessuna delle mie lunghe settimane di dolore eguagli in acutezza di spasimo questa breve settimana di passione. Il cuore mi duole; la testa mi si perde; una cosa oscura e bruciante è in fondo a me, una cosa ch'è apparsa all'improvviso come un'infezione di morbo e che incomincia a contaminarmi il sangue e l'aniam, contro ogni volontà, contro ogni rimedio: il Desiderio.»

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«È inutile lamentarsi sopra una tomba; e il passato è come una tomba che non rende più i suoi morti.»

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«Quel che in fondo a noi è rimasto della ferocia originale torna al sommo talvolta con una strana veemenza ed anche sotto la meschina gentilezza dell'abito moderno il nostro cuore talvolta si gonfia di non so che smania sanguinaria ed anela alla strage.»

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«Egli aveva in sé i germi di tutte le infezioni. Corrompendosi, corrompeva.»

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«Inoltre, ci sono in ogni società alcuni curiosi che fan professione di scoprire e che vanno su le vestigia degli amori altrui con non minor perseveranza de'segugi in caccia di selvaggina.»

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«Non tanto egli rimpiangeva i giorni felici quanto si doleva de' giorni che ora passavano inutilmente per la felicità.»

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«Il verso è tutto.»

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«Giova ciò solo che non muore, e solo per noi non muore, ciò che muor con noi.»

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«Oh! Quanto giova la cecità degli occhi al veder chiaro!»

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«Il chiarore vanisce, il sopore m'adagia.»

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«Rosam cape, spinam cave. | Cogli la rosa, attento alla spina.»

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