Charles Bukowski

poeta e scrittore statunitense

Charles Bukowski è stato un poeta e scrittore americano di origine tedesca.
 
 
Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle.
 
 
Ha pubblicato giovanissimo il suo primo racconto senza ottenere subito la fama ma cambiando mille lavori per sopravvivere. La vita disordinata e dalle vicende drammatiche si rifletterà nelle sue opere, perché le sue liriche e i suoi racconti prendono spesso spunto dalle sue esperienze personali.
 
 
Perché bevo? Perché non riesco ad affrontare la vita quando sono sobrio.
 
 
La corrente letteraria a cui spesso viene associato è quella del cosiddetto realismo sporco, il suo stile diretto e appassionato lo contraddistingue e lo rende celebre.
Tra i suoi libri più apprezzati Taccuino di un vecchio sporcaccione, Storie di ordinaria follia, Compagno di sbronze e Shakespeare non l’avrebbe mai fatto.
 
 
Spesso, con gli esseri umani, buoni e cattivi, i miei sensi semplicemente si staccano, si stancano: lascio perdere. Sono educato. Faccio segno di sì. Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno. Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai. Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l'anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali. Non importa... Il mio cervello si chiude. Ascolto. Rispondo. E sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono...
 
data: 08/20/14 autore:

«Paradossalmente la gente che crede di sapere tutto è proprio quella che non capisce mai un cazzo.»

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«Ma perché questa stronza di gente è così maledettamente incompetente?»

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«Nessuno ha abbastanza anima per tenere sotto controllo i nervi.»

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«Perdonatemi, sarò matto, ma per me, tranne qualche pezzetto di fica, non me ne fregherebbe proprio un tubo se morissero tutti, al mondo. Sì, lo so, non è carino. Ma io sarei contento, come una lumaca. Dopotutto è la gente che m'ha reso infelice.»

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«Era un buon momento. Quello che non riuscivo a tollerare era il pensiero che un giorno tutto sarebbe finito in niente. Gli amori, le poesie, i gladioli. Ci saremmo ritrovati imbottiti di terra come panini.»

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«Il successo è sempre pericoloso. Può fare di nessuno un vero stronzo.»

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«Ho letto i miei racconti con incredibile slancio quasi dimenticandomi di essere stato io a scriverli e ho pensato: cazzo, questo figlio di puttana sa davvero scrivere.»

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«Che sogno: non dover più guardare in faccia un altro essere umano.»

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«Vuoi sentirti sicuro? La sicurezza si può avere in galera. Tre metri quadrati tutti per te senza affitto da pagare, senza conti della luce e del telefono, senza tasse, senza alimenti. Senza multe. Senza fermi per guida in stato di ubriachezza. Cure mediche gratuite. La compagnia di persone con gli stessi interessi. Chiesa. Inculate. Funerali gratuiti.»

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«La gente non ha senso dell'umorismo, si prendono tutti cosi cazzutamente sul serio.»

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«Ero attratto da tutte le cose sbagliate: mi piaceva bere, ero pigro, senza Dio, senza idee politiche, senza ideali. Vivevo nel nulla; la mia era una non esistenza e a me andava bene così. Tutto questo non faceva certo di me un personaggio interessante, era troppo faticoso. Quello che volevo veramente ero uno spazio facile, indefinito dove vivere tranquillo. Volevo essere lasciato in pace.»

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«La gente tradisce sempre. Mai fidarsi della gente.»

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«Nel nostro mondo i sani di mente sono troppi, troppo arrendevoli. Ci insegnano a vivere vite di noia. Non importa cosa facciamo, scopare o mangiare o giocare o parlare o scalare montagne o fare il bagno o prendere un volo per l'India. Siamo intorpiditi, tristemente sani di mente.»

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«La storia umana avanza lentamente. Per me, m'accontento di stare alla finestra.»

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«L'uomo nasce per morire. Che significato ha? Stare li ad aspettare.»

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«Non sono mai stato tagliato per la società. Il genere umano mi sconforta. Non sento il desiderio di adeguarmi, non ho nessun moto di lealtà e non ho veri obiettivi.»

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«La scrittura accurata è una scrittura mortale.»

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«Un altro matto. Non si riusciva a evitarli. Erano quasi tutti matti a questo mondo. E quelli che non erano pazzi erano arrabbiati. E quelli che non erano pazzi o arrabbiati erano semplicemente stupidi. Non avevo scampo. Non avevo scelta. Dovevo solo resistere e aspettare la fine. Era un lavoraccio. Era il lavoro più duro che si potesse immaginare.»

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«Avrei dovuto diventare un grande filosofo, avrei detto a tutti quanto eravamo sciocchi, a stare in giro a fare andare l'aria dentro e fuori dai polmoni.»

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«Riusciva a farmi ridere, e ne avevo proprio bisogno. La risata era là dentro di me e aspettava solo di venir fuori, un ruggito più che una risata: quando venne fuori fu fantastico.»

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