Charles Bukowski

poeta e scrittore statunitense

«"Mi recai al cinema con Linda: che impressione quando vidi il titolo. Poi una sensazione di essere in trappola: tutta quell'insopportabile gente che domandava autografi. Per fortuna uno capi e mi porse una bottiglia di whiskey. In verità ero già parecchio ubriaco. Ii film? Linda mi ha detto che alla fine della proiezione urlai" Buttatelo al cesso ". In più non mi pagarono neanche un dollaro...".»

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«Poi dormimmo abbracciati per un'oretta. Era in un certo qual modo anche meglio che far l'amore.»

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«La Bibbia dice, "Ama il prossimo tuo". Potrebbe anche voler dire lascialo in pace.»

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«Mi sono sempre piaciute le gambe. È stata la prima cosa che ho visto quando sono nato. Ma allora stavo cercando di uscire. Da quel momento in poi ho sempre tentato di andare nell'altra direzione, ma con fortuna piuttosto scarsa.»

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«Se un uomo aveva bisogno di un mucchio di donne voleva dire che non ne aveva nessuna degna di questo nome.»

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«Non arrivavo da nessuna parte, e neanche il resto del mondo, per quello. Stavamo tutti in giro in attesa di morire e nel frattempo facevamo alcune cosette per riempire lo spazio. Certuni non facevano neanche le cosette. Eravamo delle verdure.»

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«la vita va avanti amando chi non ci ama e essendo amati da chi non ameremo mai.»

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«Se sopprimessero tutta l'umanità non si perderebbe niente. Non mi importerebbe se mi cadesse vicino. Io voglio soltanto continuare a fare le cose che ho sempre fatto: uscire di casa la mattina per comprare il giornale, pensare a un nuovo libro, grattarmi sotto le ascelle. Non mi interessano i grandi problemi.»

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«Lui è fottuto, pensò Harry, e io sono fottuto. Siamo tutti fottuti, solo in modi diversi. Non c'è nessuna verità, non c'è nulla di reale, non c'è nulla.»

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«E il fatto che avevo dei problemi ad essere un "essere umano."»

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«Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po' dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C'è rimasto ben poco che possa morire.»

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«Ricordati dei vecchi cani che hanno combattuto bene: Hemingway, Cèline, Dostoevskij, Hamsun. Se pensi che non siano diventati matti nelle loro stanzette proprio come sta succedendo a te adesso senza donne senza cibo senza speranza allora non sei pronto. Bevi altra birra. C'è tempo. E se non ce n'è va bene lo stesso.»

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«La pazzia è relativa, chi stabilisce la normalità?»

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«D'un tratto, cominciai a sentirmi depresso. Non farlo, non farlo, Balene, dissi a me stesso. Non c'era scampo. Eravamo tutti fregati. Non c'erano vincitori. C'erano solamente vincitori apparenti. Stavamo tutti dando la caccia a un mare di niente. Giorno dopo giorno. La sopravvivenza sembrava l'unica necessità. Il che non sembrava abbastanza. Non con la Signora Morte in attesa. Quando ci pensavo mi faceva impazzire. Non pensarci Belane, dissi a me stesso. Non c'era scampo.»

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«Tutto il resto era una gran rottura, una gran palla. E non succedeva mai niente di interessante, niente. La gente era limitata e diffidente, tutta uguale. E io devo vivere con queste teste di cazzo per il resto della mia vita, pensavo.»

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«Tutto è noioso. Non c'è via d'uscita. Sai cosa si tatuavano prima i barboni sul braccio: "nato per morire". Sarà scontato fino alla nausea, ma è saggezza popolare.»

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«Respingi la perfezione come un male di avidità ma non arrenderti alla facile imperfezione della modestia di massa.»

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«Fiutavo la morte nell'aria, e adesso che la fiutavo non ero poi così sicuro che avesse un buon profumo.»

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«D'accordo, sono un figlio del demonio; l'intera umanità mi annoia e no, non è paura, sebbene qualcosa in loro mi spaventi, e non è invidia perché non voglio nulla di ciò che loro vogliono, è solo che in tutte quelle ore di parole parole parole non sento niente di davvero buono coraggioso o nobile, e che valga un briciolo del tempo in cui mi hanno impallinato le cervella.»

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«La solita solfa: gente che sparla, tagli i panni addosso e non arriva da nessuna parte.»

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