«Negli anni Settanta, un'etichetta discografica a Los Angeles ha prodotto un disco dal titolo "Il meglio di Marcel Marceau": Erano quaranta minuti di silenzio seguiti da un applauso e ha venduto molto bene. Quando ho ospiti in casa, mi piace metterlo. Però mi secca davvero se la gente comincia a chiacchierare.»
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«La vera musica è il silenzio. Tutte le note non fanno che incorniciare il silenzio.»
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«In qualche modo questa guerra ha costituito un grande laboratorio in cui sperimentare il coraggio e la generosità di alcuni, e la preoccupazione, la paura, il silenzio e la responsabilità di altri.»
| VOTI: 3 |
«Tutto deve passare per le mani del regista e sta a lui dire sì o no, e suggerire miglioramenti. Viene un momento in cui si deve gridare, picchiare il pugno sul tavolo e dire: "Silenzio! è così che si farà , e sarò io che me ne occuperò".»
| VOTI: 1 |
«Solo in provincia si coltivano le grandi malinconie, il silenzio e la solitudine indispensabili per riuscire in uno sport così faticoso come il ciclismo.»
| VOTI: 2 |
«La più piccola parola è circondata da acri ed acri di silenzio, e perfino quando riesco a fissare quella parola sulla pagina mi sembra della stessa natura di un miraggio, un granello di dubbio che scintilla nella sabbia.»
| VOTI: 1 |
«Se immersi nel silenzio si sente squillare il campanello, si ha l'impressione che il rumore sia più stridente di quanto lo sia in realtà . Io cerco di far vibrare un colore in modo intenso come se il rumore del campanello risuonasse in mezzo al silenzio.»
| VOTI: 1 |
«Non credo che chiesi promesse al suo sguardo, | non mi sembra che scelsi il silenzio o la voce, | quando il cuore stordì e ora no, non ricordo | se fu troppo sgomento o troppo felice, | e il cuore impazzì e ora no, non ricordo, | da quale orizzonte sfumasse la luce. (da Un malato di cuore)»
| VOTI: 1 |
«Tutti i giorni, con il sole Dio ci concede un momento in cui è possibile cambiare ciò che ci rende infelici. L'istante magico, quel momento in cui un "sì" o un "no" può cambiare tutta la nostra esistenza. Tutti i giorni fingiamo di non percepire questo momento, ci diciamo che non esiste, che l'oggi è uguale a ieri e identico a domani. Ma chi presta attenzione al proprio giorno, scopre l'istante magico: un istante che può nascondersi nel momento in cui, la mattina, infiliamo la chiave nella toppa, nell'istante di silenzio subito dopo la cena, nelle mille e una cosa che ci sembrano uguali. Questo momento esiste: un momento in cui tutta la forza delle stelle ci pervade e ci consente di fare miracoli.»
| VOTI: 2 |
«Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perchè ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come l'altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. "Vittoria! Vittoria!" Uomini, donne, bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito uomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonchè altri individui che non meritano la qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo.»
| VOTI: 3 |
«Fra tutti i palestinesi che incontrai, Arafat resta quello che mi impressionò meno di tutti. O dovrei dire quello che mi piacque meno di tutti? Una cosa è certa: egli non è un uomo nato per piacere. à? un uomo nato per irritare. Avvertire simpatia per lui è difficile. Anzitutto per il silenzioso rifiuto che oppone a chiunque tenti un approcio umano: la sua cordialità è superficiale, la sua gentilezza è formale, e un nulla basta a renderlo ostile, freddo, arrogante. Si scalda solo quando si arrabbia.»
| VOTI: 1 |