Il denaro pubblico non esiste. Non esiste che il denaro dei contribuenti.
Margareth Thatcher
Ed è proprio il denaro dei contribuenti che alimenta l'avidità di certe persone che si trovano in politica o ai vertici di alcune strutture pubbliche. L'ultimo caso vergognoso è, in ordine di tempo, quello che riguarda Pasquale Tridico, nientemeno che il presidente dell'Inps. Che per intenderci trattasi dell'istituto che fatica a pagare le giuste pensioni agli italiani che le meritano dopo una vita di lavoro, ma ha trovato i soldi per far lievitare lo stipendio di Tridico alla modica cifra di 150.000 euro l'anno, dalla ancor più modica di 62.000 che guadagnava prima. Evidentemente non gli bastavano per le spese, poverino.
Ma come è stato possibile un aumento del genere dopo tutti i tagli fatti appunto alle pensioni italiane? Semplice: con un decreto interministeriale firmato dal ministro del lavoro Nunzia Catalfo e dal responsabile dell'economia Roberto Guarnieri. Tutto regolare, insomma, a norma di legge.
Ma non solo. Si è pensato bene di rendere il documento retroattivo, ovvero che iniziasse dal momento in cui il presidente ha ricevuto la sua nomina, quindi gli spettano pure gli arretrati.
Forse la cosa più triste in questa vicenda è che Pasquale Tridico è uno degli economisti che ha contribuito a ideare il famigerato Reddito di cittadinanza, che avrebbe dovuto essere un aiuto economico dello Stato per i più bisognosi ma che, purtroppo, è stato usato impropriamente da chi bisogno non ne aveva affatto. Ma questa è un'altra storia.
E tutto questo in un momento storico in cui centinaia se non migliaia di lavoratori si sono trovati a dover fare i conti con un'emergenza finanziaria mai vista prima dovuta alle forzate chiusure durante la pandemia. Tanto che 500mila di loro ancora aspettano i soldi della cassaintegrazione.
La legge è davvero uguale per tutti?