Umberto Galimberti

filosofo e accademico italiano

«La felicità, nonostante la pubblicità vi illuda, non ci viene dall'ultima generazione di telefonini o di computer, e più in generale di "prodotti", ma da uno straccio di "relazione in più".»

tag: felicita e tristezza
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«Dove la produzione non tollera interruzioni, le merci "hanno bisogno" di essere consumate, e se il bisogno non è spontaneo, se di queste merci non si sente il bisogno, occorrerà che questo bisogno sia "prodotto". In una società opulenta come la nostra, dove l'identità di ciascuno è sempre più consegnata agli oggetti che possiede, i quali non solo sono sostituibili, ma "devono" essere sostituiti, può darsi che si cominci ad avvertire, sotto quel mare di pubblicità che ogni giorno ci viene rovesciato addosso, una sorta di appello alla distruzione, una forma di nichilismo dovuto al fatto, come scrive Gunther Anders, che: "L'umanità che tratta il mondo come un mondo da buttar via, tratta anche se stessa come un'umanità da buttar via".»

tag: societa
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«Ciascuno per sé sente il brivido della crescita zero a cui non sa con che strumenti reagire, soprattutto se ha il sospetto che la crescita zero sarà sempre più il nostro futuro, non solo perché non possiamo continuare a pensare che i quattro quinti dell'umanità continuino a sacrificarsi per la nostra crescita, ma perché quando la crescita non ha altro scopo che continuare a crescere, è l'uomo stesso del mondo privilegiato a divenire semplice "funzionario" di questa idea fissa che, se diventa lo scopo collettivo della vita di tutti, affossa e seppellisce il "senso" della vita, il suo sapore, il suo significato per noi.»

tag: vita
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«Ogni storia d'amore mette a nudo la natura della nostra anima che si affida al linguaggio per esprimere il malanimo, l'invidia, la gelosia, i baci avvelenati dall'odio, la tenerezza simulata al punto da sembrar vera, la consapevolezza di conoscere i reciproci segreti: tutti anelli di quella pesante catena che attorciglia la nostra anima nelle trame che solo il linguaggio sa tessere.»

tag: amore
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«Forse, dietro alla vita a due non v'è nulla, e questo nulla che si cela suscita quella curiosità infinita che fa di ognuno di noi degli instancabili cercatori di amore, quasi sempre immemori che ogni evento d'amore è sempre decretato dal cielo.»

tag: amore vita
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«Preferire una velina a una persona matura significa preferire l'anonimato di un corpo a un corpo formato da un carattere, che nell'età matura appare nella sua unicità, facendoci finalmente conoscere quel che davvero una persona è nella sua specifica unicità. [...] Finisce per dar corda a quel mito della giovinezza che visualizza la vecchiaia come anticamera della morte.»

tag: carattere
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«E se "filo-sofia" non volesse dire "amore della saggezza" ma "saggezza dell'amore", così come "teologia" vuol dire discorso su Dio e non parola di Dio, o come "metrologia" vuol dire scienza delle misure e non misura della scienza? Perché per filosofia questa inversione nella successione delle parole? Perché in Occidente la filosofia si è strutturata come una logica che formalizza il reale, sottraendosi al mondo della vita, per rinchiudersi nelle università dove, tra iniziati si trasmettte da maestro a discepolo un sapere che non ha nessun impatto sull'esistenza e sul modo di condurla? Sarà per questo che da Platone, che indica come condotta filosofica "l'esercizio di morte", ad Heidegger, che tanto insiste sull'essere-per-la-morte, i filosofi si sono innamorati più del saper morire che del saper vivere?»

tag: amore
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«La faccia della persona matura è un atto di verità, mentre la maschera dietro cui si nasconde un volto trattato con la chirurgia è una falsificazione che lascia trasparire l'insicurezza di chi non ha il coraggio di esporsi alla vista con la propria faccia.»

tag: verita coraggio
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«La faccia è il primo segno da cui prende le mosse l'etica di una società.»

tag: societa
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«Noi viviamo nell'ambito della tradizione giudaico cristiana e non sappiamo affrontare la morte se non affidandoci a speranze ultraterrene. Abbiamo un concetto molto alto di noi, meritevoli di immortalità. Ma questa credenza è rivelatrice di una verità o di uno spropositato amore di sé? Perché, nel secondo caso, forse varrebbe la pena di consegnarci con largo anticipo al nostro limite, seguendo la saggezza greca là dove insegna: "Chi conosce il suo limite non teme il destino".»

tag: amore saggezza
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«A causa di alcuni episodi di malasanità, di cui i telegiornali danno ampia enfasi, rischiamo di dimenticare che l'Italia gode di uno dei migliori sistemi sanitari nazionali esistenti nel mondo, come certificato, proprio nell'agosto del 2007, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel resto del mondo, infatti, si muore o perché mancano strutture e medicinali come nei Paesi poveri o perché la sanità rientra, al pari di tutte le altre attività, nell'area del profitto come nei Paesi ricchi d'oltreoceano.»

tag: vita sanita
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«Quanto al rapporto fede-morale, penso che per stabilire una corretta convivenza tra gli uomini la ragione sia in grado di fondare una morale (vedi Kant) indipendentemente dalla fede la quale, come dimostrano il nostro tempo e i tempi trascorsi, concorre più all'ostilità e alla ferocia fra gli uomini che alla loro pacifica convivenza.»

tag: uomini
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«La scienza non ha rapporti con la verità, perché ciò che essa produce sono solo proposizioni "esatte", cioè "ottenute da (ex actu)" premesse che sono state anticipate in via ipotetica. Che poi l'ipotesi sia confermata dall'esperimento dice solo che noi conosciamo la validità operativa di quell'ipotesi, non la natura della cosa indagata con quell'ipotesi, perché, interrogata, la cosa non ha mostrato il suo volto, ma ha semplicemente risposto all'ipotesi anticipata.»

tag: scienza natura verita
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«Oggi la ragione ha trovato la sua più alta espressione nella scienza che non confligge con la fede, solo se la fede rinuncia a proporsi come verità.»

tag: scienza verita ragione
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«Mi occupo di questioni religiose perché le religioni, tutte le religioni, con i loro comandamenti e le loro regole di condotta hanno rappresentato il più grande processo educativo che l'umanità, nel suo complesso, ha conosciuto prima che la ragione si enunciasse come regolatrice di rapporti umani.»

tag: ragione
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«Conferendo al nulla un potere semantico che si irradia a distanza fino a significare qualsiasi cosa, la moda risolve a buon prezzo problemi di identità che pongono fine all'angosciante interrogativo: "Chi sono?".»

tag: moda potere
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«La fede a sua volta non ha a che fare con la verità perché, lo dice Tommaso D'Aquino commentando Paolo di Tarso, la fede, a differenza della scienza espressa dalla ragione umana, conduce in captivitatem omnem intellectum, cioè rende l'intelletto prigioniero di un contenuto che non è evidente, e che quindi gli è estraneo (alienus), sicché l'intelletto è inquieto (nondum est quietatus) di fronte alla scienza nei cui confronti si sente in infirmitate et timore et tremore multo.»

tag: vita scienza verita ragione
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«I fini dell'economia sono anche i nostri fini? O siamo diventati semplici strumenti dell'apparato economico, il quale ci impiega come momenti della sua organizzazione, semplici anelli insignificanti della sua catena o, se preferiamo, mezzi imprescindibili, ma anche fra i più interscambiabili di qualsiasi altro mezzo, all'interno di un apparato economico-produttivo diventato fine a se stesso?»

tag: economia
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«È evidente che più la società si fa tecnologica, più si riducono i posti di lavoro. E paradossalmente quello che è sempre stato il sogno più antico dell'uomo: la liberazione dal lavoro si sta trasformando in un incubo.»

tag: lavoro
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«Già il fatto che si parli dell'uomo come di un "capitale" o vi si faccia riferimento come a una "risorsa" (le cosiddette "risorse umane") la dice lunga in ordine al punto di vista che oggi si assume nel considerare l'uomo. Tramontato il principio che regolava l'etica kantiana secondo cui: "L'uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo", oggi vediamo che non solo l'immigrato, ma ciascuno di noi ha diritto di cittadinanza non in quanto esiste, non in quanto è un uomo, ma solo in quanto "mezzo" di produzione e di profitto.»

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