Umberto Galimberti

filosofo e accademico italiano

«A differenza di tutti gli essere che popolano la terra l'uomo pensa, e ogni pensiero gli racconta la sua totale estraneità alla terra. "Gettato nell'infinita immensità degli spazi che ignoro e che non mi conoscono, provo spavento"[5], dice Pascal, e non allude all'infinità degli spazi cosmici, ma alla loro ignoranza alla vicenda umana: "Non mi conoscono". L'indifferenza della terra, la sua estraneità all'evento umano che ospita a sua insaputa, e a cui invia solo un messaggio di solitudine.»

tag: solitudine
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«Con Jung l'"umanesimo" è sospeso al filo sottilissimo dell'Io che narra di sé, perché, invece di lasciarsi ingannare dal Racconto, Jung domanda che cos'è il Racconto. Una domanda terribile perché assedia l'invulnerabilità del sapere. Che io sia "costruito" è la stessa storia del mio racconto che lo dice. Quindi io non sono costruito se non per un oblio della mia genesi. Ma chi mi narra il Genesi se non Dio?»

tag: storia
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«Un po' di musica sparata nelle orecchie per cancellare tutte le parole, un po' di droga per anestetizzare il dolore o per provare una qualche emozione, tanta solitudine tipica di quell'individualismo esasperato, sconosciuto alle generazioni precedenti, indotto dalla persuasione che - stante l'inaridimento di tutti i legami affettivi - non ci si salva se non da soli, magari attaccandosi, nel deserto dei valori, a quell'unico generatore simbolico di tutti i valori che nella nostra cultura si chiama denaro.»

tag: cultura denaro musica dolore solitudine droga
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«Se il disagio giovanile non ha origine psicologica ma culturale, inefficaci appaiono i rimedi elaborati dalla nostra cultura, sia nella versione religiosa perché Dio è davvero morto, sia nella versione illuminista perché non sembra che la ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini, se non in quella formula ridotta della "ragione strumentale" che garantisce il progresso tecnico, ma non un ampliamento dell'orizzonte di senso per la latitanza del pensiero e l'aridità del sentimento.»

tag: uomini cultura ragione giovani progresso
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«Alla base dell'assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche del tabacco e dell'alcol, c'è da considerare se la vita offre un margine di senso sufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c'è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita.»

tag: vita
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«Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma non sono tanto gli oggetti che di anno in anno diventano obsoleti, ma la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Il presente diventa un assoluto da vivere con la massima intensità, non perché questa intensità procuri gioia, ma perché promette di seppellire l'angoscia che fa la sua comparsa ogni volta che il paesaggio assume i contorni del deserto di senso.»

tag: vita
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«Un libro sui giovani: perché i giovani, anche se non sempre ne sono consci, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.»

tag: giovani passioni
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«La tragica conclusione della Seconda guerra mondiale, con la distruzione atomica di Nagasaki e Hiroshima, non è per Jaspers solo un fatto storico, ma un indicatore degli esiti nichilistici a cui può condurre lo sviluppo tecnico-scientifico lasciato a se stesso.»

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«Le meditazioni su Nietzsche di Heidegger e di Jaspers hanno evidenziato col massimo rigore l'essenza metafisica del nichilismo e le sue profonde tracce in tutti gli aspetti dell'anima occidentale.»

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«Il tramonto dell'occidente è il compiersi di un senso racchiuso nella parola che dice: terra della sera, occasum, ultimo bagliore di quella luce che, sorta nell'aurora del mattino, ha signoreggiato il giorno. La parola esprime un destino a cui non non ci si può sottrarre. Il sole non si può fermare. Il tramonto è inevitabile. L'occidente è la terra destinata a ospitare questo tramonto. Ma qual è il senso custodito dalla parola? Tramontare è l'inevitabile declinare della luce o è l'inconsapevole sottrarsi della terra alla luce? Cogliere il senso di questa domanda è decidersi per un'attesa o per una scelta.»

tag: vita destino
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«Filosofare, oggi, è essere fraintesi. L'origine del fraintendimento risiede nel fatto che l'uomo contemporaneo sembra disporre solo di due linguaggi: quello comune attento alle occorrenze quotidiane e quello scientifico che soccorre quello comune nei risultati pur trascendendolo nei metodi. L'uno e l'altro sono piegati all'utilità immediata o sperata. Quest'ultima rappresenta il massimo sforzo metafisico dell'uomo di oggi, la cui unica trascendenza sembra essere l'utilità del domani, che trova le sue espressioni in ambito fisico nelle imprese spaziali che oltrepassano i confini della terra, in ambito biologico nelle scoperte della genetica che decifrano i misteri del corpo, in ambito economico nella globalizzazione che fa della terra quello spazio comune che tende ad abolire le differenze. Questi sono gli ambiti in cui la tensione metafisica oggi si raccoglie e si esaurisce in un pensiero vago, corrotto dall'emotività o esaltato dall'entusiasmo.»

tag: vita tempo
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«Le case chiuse sono state veramente chiuse, non dalla legge Merlin ma dallo spostamento della domanda che non chiede più scambio sessuale, ma compra-vendita dell'immaginario. Nelle grandi città le prostitute sono state sostituite quasi per intero dai veados, travestisti per lo più brasiliani, importati per una stagione e poi rispediti alle loro favelas. Segno che ciò che per le strade si vende non è il sesso e tanto meno lo scambio sessuale, quanto la rappresentazione del sesso e lo sfavillio delle immagini che produce.»

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«La sessualità non appartiene al racconto dell'Io, perché, in sua presenza, l'anima subisce una dislocazione che, spostando il regime delle sue regole, indebolisce il possesso di sé. La sua trama viene interrotta da qualcosa di troppo che, spezzando la continuità del dire e l'ordine del discorso, porta verso itinerari di fuga che l'Io e la ragione che lo governa non riescono a inseguire. Pulsioni e desideri, infatti, irrompendo come significanti incontrollati nell'ordine dei significati statuiti, portano alla luce altri nessi, altri orditi, altri intrecci i cui nodi affondano nell'altra parte di noi stessi.»

tag: arte ragione desideri
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«L'immaginario serve a questo, non a potenziare la sessualità, come si crede, ma a placarne i toni a quel livello fantasmagorico che lascia intatta la realtà così come è stata costruita.»

tag: realta
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«La sessualità è un rischio dove l'individuo gioca la sua identità e la società il suo ordine.»

tag: societa
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«La filosofia ama i dissidi, perché dai dissidi si produce, si genera, si alimenta, crea variazioni tematiche, giochi euristici, assolute novità.»

tag: vita
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«I libri non servono per sapere ma per pensare, e pensare significa sottrarsi all'adesione acritica per aprirsi alla domanda, significa interrogare le cose al di là del loro significato abituale reso stabile dalla pigrizia dell'abitudine; è evitare che i testi divengano testi sacri per coscienze beate che, rinunciando al rischio dell'interrogazione, confondono la sincerità dell'adesione con la profondità del sonno.»

tag: vita libri sincerita critica
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«Di pagina in pagina, sfogliando cento libri, per renderne conto sulle pagine culturali dei nostri giornali, mi sono persuaso che la recensione è un genere letterario da abolire perché induce al riassunto, quindi alla chiusura del libro. I libri invece vanno aperti, sfogliati, dissolti nella loro presunta unità, per offrirli a quella domanda che non chiede "che cosa dice il libro?", ma "a che cosa fa pensare questo libro?".»

tag: cultura libri
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«Il passaggio esplicito dall'interiorità all'esteriorità dell'anima, a cui la pratica cristiana aveva dato il suo contributo, avviene con Cartesio che, nel radicalizzare il dualismo platonico, finisce con l'abolirlo, risolvendo corpo e mondo in rappresentazioni dell'anima che così diventa l'orizzonte assoluto della presenza.»

tag: arte
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«Attraversato dalla sessualità, l'Io cede il suo limite per ribadirlo ad un livello superiore. Entrando in contatto con l'altra parte di se stesso l'Io va oltre la fascinazione e il desiderio per raggiungere quell'"immenso vuoto" dove si compie la decisione ontologica, dove l'essere raggiunge il suo limite e dove il limite definisce l'essere.»

tag: arte desideri
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