Rabindranath Tagore

poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo bengalese

«Il grande cammina con il piccolo, il mediocre si tiene a distanza.»

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«Quando una religione ha la pretesa di imporre la sua dottrina all'umanità  intera, si degrada a tirannia e diventa una forma d'imperialismo.»

tag: religione
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«Il giorno del tuo compleanno cerca di trovare dentro il vecchio... il nuovo.»

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«Afferro le sue mani | e la stringo al mio petto. | Tento di riempire le mie braccia | della sua bellezza, | di depredare con i baci | il suo dolce sorriso, | di bere i suoi bruni sguardi | con i miei occhi. | Ma dov'è? | Chi può spremere l'azzurro dal cielo? | Cerco di afferrare la bellezza; | essa mi elude | lasciando soltanto il corpo | nelle mie mani. | Stanco e frustrato mi ritraggo. | Come può il corpo toccare | il fiore che soltanto | lo spirito riesce a sfiorare?»

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«Il pesce è muto nel mare, | la bestia è turbolenta sulla terra, | l?uccello canta per l?aria. | Ma l?uomo ha dentro di sé | e il silenzio del mare | e lo strepito della terra | e la musica dell?aria.»

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«Vorrei sedermi vicino a te in silenzio, | ma non ne ho il coraggio: temo che | il mio cuore mi salga alle labbra. | Ecco perché parlo stupidamente e nascondo | il mio cuore dietro le parole. | Tratto crudelmente il mio dolore per paura | che tu faccia lo stesso.»

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«La stella del mattino | scrive sorridente | l?arrivo della luce nell?ultima pagina della notte.»

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«Cogli questo piccolo fiore | e prendilo. Non indugiare! | Temo che esso appassisca | e cada nella polvere. | | Non so se potrà trovare | posto nella tua ghirlanda | ma onoralo con la carezza pietosa | della tua mano - e coglilo. | | Temo che il giorno finisca | prima del mio risveglio | e passi l'ora dell'offerta. | | Anche se il colore è pallido | e tenue è il suo profumo | serviti di questo fiore | finché c'è tempo - e coglilo.»

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«Non nascondere il segreto del tuo cuore | Non nascondere | il segreto del tuo cuore, | amico mio! | Dillo a me, solo a me, | in confidenza. | Tu che sorridi così gentilmente, | dimmelo piano, | il mio cuore lo ascolterà, | non le mie orecchie. | La notte è profonda, | la casa silenziosa, | i nidi degli uccelli | tacciono nel sonno. | Rivelami tra le lacrime esitanti, | tra sorrisi tremanti, | tra dolore e dolce vergogna, | il segreto del tuo cuore.»

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«Se tu non parli | Se tu non parli | riempirò il mio cuore del tuo silenzio | e lo sopporterò. | Resterò qui fermo ad aspettare come la notte | nella sua veglia stellata | con il capo chino a terra | paziente. | | Ma arriverà il mattino | le ombre della notte svaniranno | e la tua voce | in rivoli dorati inonderà il cielo. | Allora le tue parole | nel canto | prenderanno ali | da tutti i miei nidi di uccelli | e le tue melodie | spunteranno come fiori | su tutti gli alberi della mia foresta.»

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«Quando nella stanza sarà portata la lampada accesa | io andrò via. Tu forse allora ascolterai la notte, | e, anche se io tacerò, sentirai la mia canzone.»

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«Nuvole e nuvole s'addensano | poi si fa buio... | Amore mio, perché mi lasci solo | ad aspettare fuori della porta?»

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«Se non puoi amarmi, amore mio, perdona il mio dolore. | Non guardarmi sdegnato, da lontano. | Tornerò nel mio cantuccio e siederò al buio. | Con entrambe le mani coprirò | la mia nuda vergogna.»

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«Senza parlare sei arrivata come una | vera regina, di nascosto | hai posato i piedi dentro l'anima.»

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«Nel tuo sonno, al limite dei sogni, | aspetto guardando in silenzio il tuo viso, | come la stella del mattino che appare per prima | alla tua finestra. | Con i miei occhi berrò il primo sorriso | che, come un germoglio, sboccerà | sulle tue labbra semiaperte. | Il mio desiderio è solo questo.»

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«Non celare il segreto del tuo cuore, | amico mio. | Dillo a me, solo a me, in segreto. | Tu che sorridi tanto gentilmente, | sussurralo sommessamente, | il mio cuore l'udrà, | non le mie orecchie. | | La notte è fonda, | la casa è silenziosa, | i nidi degli uccelli | son coperti di sonno. | | Dimmi tra lacrime esitanti, | tra sorrisi titubanti, | tra dolore e dolce vergogna, | il segreto del tuo cuore.»

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«Colsi il tuo fiore, oh cielo! | Lo strinsi al cuore | e la spina mi punse. | Quando il giorno svanì e si fece buio, | scopersi che il fiore era appassito | ma il dolore era rimasto. | | Altri fiori verranno a te, | con profumo e con fasto, oh cielo ! | Ma per me è passato | i l tempo di cogliere fiori; | nella notte buia non ho più la mia rosa, | solo il dolore è rimasto.»

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«Tu mi hai fatto conoscere | amici che non conoscevo | Tu mi hai fatto sedere | in case che non erano la mia. | Chi mi era lontano | oggi è vicino | e lo straniero è divenuto mio fratello...»

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«Calma, calma questo cuore agitato, | tu, notte tranquilla di luna piena. | Troppe gravi preoccupazioni, | più e più volte | gravano sul mio cuore. | Versa tenere lacrime | Sopra brucianti pene. | Con i tuoi raggi argentati, | portatori di sogno e di magia, | morbidi come petali di loto, | o notte, vieni, accarezza | tutto il mio essere | e fammi dimenticare | tutte le mie pene.»

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«Nubi su nubi si addensano | e si fa buio. | Amore mio, perché mi lasci tutto solo | sulla porta ad aspettarti? | | Nei momenti più intensi del lavoro | durante il giorno | sto tra la gente | ma in questo momento | così buio e desolato | solo in te posso sperare. | Se non mi mostri il tuo volto | se mi lasci qui in disparte | non so come riuscirò a sopportare | queste lunghe ore di pioggia. | | Osservo in lontananza | l'oscurità del cielo | e il mio cuore gemendo | vaga col vento inquieto.»

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