Philip K. Dick

scrittore statunitense

Philip Kindred Dick è stato uno scrittore americano, famoso soprattutto nell'ambito fantascientifico. L'incontro con la “science fiction” avvenne nel 1949, a dodici anni, quando comprò per errore una copia di "Stirring Science Fiction" al posto di "Popular Science", rivista di divulgazione scientifica. Da allora nacque in lui quella passione che ha contraddistinto la sua produzione letteraria. Pochi sanno che era appassionato anche di musica. Penna prolifica, nel solo arco degli anni '50 scrisse undici romanzi oltre settanta racconti, al di fuori del genere fantascientifico e a parte uno, tutti vennero rifiutati dagli editori. Dick ebbe una vita movimentata, senza pace. Ebbe molte mogli e compagne e una certa dipendenza dai medicinali, soprattutto anfetamine, dato il fisico cagionevole.
La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell'ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte. Pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica, viene considerato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, in parte, antesignano dell'avantpop.
 
 
«E se fosse-non sesso-ma amore?»
«Amore è solo un altro nome del sesso.»
data: 12/18/14 autore:

«La realtà  è quella cosa che quando smetti di crederci non svanisce.»

tag: realta
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«Reality is that which, when you stop believing in it, doesn't go away. | La realtà è ciò che, quando smetti di crederle, non va via.»

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«Un essere umano può uccidere un robot uscito da una fabbrica della General Electrics, e con sua sorpresa scoprire che sanguina e piange. Ed il robot morente può rispondere al fuoco, e con sua sorpresa vedere un filo di fumo grigio levarsi dalla pompa elettrica dove avrebbe dovuto esserci il cuore umano. Sarebbe un momento di verità, per entrambi.»

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«"Che bei fiorellini azzurri". | "Stai guardando il fiore del futuro" disse Donald, il Direttore Esecutivo della comunità Nuovo Sentiero. "Ma non è per te." | "Perché non è per me?" domandò Bruce. | "Perché ne hai già avuto, e in gran quantità" rispose il Direttore Esecutivo.»

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«Anche gli animali... Perfino le anguille, i topi, i serpenti, i ragni... Sono sacri. Come dici tu, anche gli animali sono protetti dalla legge. Tutto ciò che vive è protetto. Qualsiasi forma organica che si contorce, si attorciglia, si rintana, vola o brulica o depone uova.»

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«Una nebbia può penetrare dall'esterno e impossessarsi di te; può invaderti. Alla lunga e alta finestra della sua biblioteca (una regale struttura costruita con i frammenti di cemento che un tempo, in un'altra epoca, formavano una rampa d'accesso della Bayshore Freeway), Joseph Adams rifletteva mentre guardava la nebbia, quella del Pacifico. E siccome era sera e sul mondo stava scendendo il buio, quella nebbia lo spaventava quanto l'altra, quella nebbia interiore che non invadeva ma si estendeva e si rimescolava riempiendo ogni parte vuota del suo corpo. Quasi sempre, a quest'ultima nebbia si dava il nome di solitudine.»

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«Ci ha parlato del nostro mondo, di questo mondo, che in questo momento è intorno a noi. Vuole che lo vediamo per ciò che è. E io ci riesco, ci riesco sempre di più ogni momento che passa.»

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«"Credo che abbia avuto molto coraggio", disse Juliana, "a scrivere quel libro. Se l'Asse avesse perso la guerra, noi potremmo dire e scrivere quello che ci pare, come facevamo prima; saremmo un paese unito e avremmo un sistema equo, uguale per tutti".»

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«Io sono un occhio.»

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«Il lavoro come sempre lo annoiava. Così si era recato, la settimana precedente, al trasmettitore della nave e ne aveva allacciato i condotti agli elettrodi permanenti che uscivano dalla sua ghiandola pineale. I condotti avevano trasferito la preghiera al trasmettitore, e da lì la preghiera era passata al più vicino centro d'ascolto; la preghiera, in quei giorni, aveva fatto il giro della galassia, per finire (almeno lo sperava) su uno dei mondi divini.»

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«Richiuse il libro con violenza. Il suo vero nome probabilmente è Abendstein. Di certo l'SD è già sulle sue tracce. [...] Questo libro, pensò Freiherr Reiss, è pericoloso. Se un bel mattino Abendsen venisse ritrovato appeso al soffitto, sarebbe una notizia confortante per chiunque si fosse fatto influenzare dal suo libro. Saremmo noi ad avere l'ultima parola. A redigere il poscritto.»

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«Lei deve leggere e accettare il mio libro per il suo valore nominale, così come io accetto ciò che vedo.»

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«Era l'unico modo possibile. Adesso mi è tutto chiaro. Essere indecisi non è necessariamente negativo. Non vedere tutto in termini di slogan e partiti organizzati e fedi e morte può essere una convinzione per la quale vale la pena di morire. Pensavo di non avere credo. Adesso mi rendo conto di averne uno molto forte.»

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«Il guaio di farsi una cultura è che il processo richiede molto tempo; ti brucia la parte migliore della vita, e quando hai finito l'unica cosa che sai è che ti sarebbe convenuto di più fare il banchiere.»

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«Pensava che fossi un fattore di stimolo sul suo nastro della realtà, disse fra se. Così ha creduto che sarei morta quando lui fosse "morto". Che strano, riflettè. Perché mai lo avrà pensato? Non aveva mai avuto contatti con il mondo reale; aveva "vissuto" in un mondo elettronico tutto suo. Che strano. | "Signor Danceman" disse quando il collegamento con l'ufficio venne stabilito. "Poole è andato... »

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