Ludovico Ariosto

poeta, commediografo, funzionario e diplomatico italiano

«Ingiustissimo Amor, perché sì raro corrispondenti fai nostri desiri?»

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«Natura il fece, e poi ruppe la stampa.»

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«Se, come il viso, si mostrasse il core.»

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«Più tosto che arricchir, voglio quiete.»

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«Or che s'aspetta? Soccorrer qui, non lacrimare accade... (da"Orlando Furioso")»

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«Non è in somma Amor se non insania.»

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«Credete a chi n'ha fatto esperimento, che questo è l'duol che tutti gli altri passa.»

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«O città bene avventurosa... | ... la gloria tua salirà tanto | ch'avrai di tutta Italia il pregio e 'l vanto.»

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«Le donne son venute in eccellenza | di ciascun'arte ove hanno posto cura.»

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«Ben ch'esser donna sia in tutte le bande | danno e sciagura, quivi era pur grande.»

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«E quel che non si sa non si de' dire e tanto men quando altri n'ha a patire.»

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«... dona e tolle ogn'altro ben Fortuna; | sol in virtù non ha possanza alcuna.»

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«Quanto più su l'instabil ruota vedi | di Fortuna ire in alto il miser uomo, | tanto più tosto hai da vedergli i piedi | ove ora ha il capo, e far cadendo il tomo. | Così all'incontro, quanto più depresso, | quanto è più l'uom di questa ruota al fondo, | tanto a quel punto più si trova appresso... »

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«Quanto più su l'instabil ruota vedi | di Fortuna ire in alto il miser uomo, | tanto più tosto hai da vedergli i piedi | ove ora ha il capo, e far cadendo il tomo. | Così all'incontro, quanto più depresso, | quanto è più l'uom di questa ruota al fondo, | tanto a quel punto più si trova appresso, | s'ha da salir, se de' girarsi in tondo.»

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