Hermann Hesse

scrittore, poeta, aforista, filosofo e pittore tedesco

«Se tracci col gesso una riga sul pavimento, è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi. Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso. Se fai finta che la fune non è altro che un disegno fatto col gesso e l'aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi del mondo. Ciò che conta è tutto dentro di noi da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con se stessi, vivere d'amore e d'accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile. Non solo camminare su una fune, ma anche volare.»

tag: amore vita
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«Senza amore di sé neppure l'amore per gli altri è possibile.»

tag: amore
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«Sono più le persone disposte a morire per degli ideali, che quelle disposte a vivere per essi.»

tag: vita
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«Tra due persone per quanto vicine possano essere, rimane sempre un abisso che può essere colmato soltanto dall'amore, di volta in volta, e solo con una passerella di fortuna.»

tag: amore
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«Troppo spesso togliamo tempo ai nostri amici per dedicarlo ai nostri nemici.»

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«Tutte le cose, anche le meno interessanti, o le più brutte, hanno un lato piacevole. Bisogna solo volerlo vedere.»

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«Tutti sanno per esperienza che è facile innamorarsi, mentre amare veramente è bello ma difficile. Come tutti i veri valori, l'amore non si può acquistare. Il piacere si può acquistare, l'amore no.»

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«Tutti sono sottomessi, tutti desiderano obbedire e pensare meno che si può: bambini sono gli uomini.»

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«Un albero sotto i raggi del sole, un sasso segnato dalle intemperie, un animale, una montagna: tutti hanno una vita, una storia, vivono, soffrono, affrontano i pericoli, godono, muoiono. Ma non sappiamo il perchè.»

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«Un bravo artista é destinato ad essere infelice nella vita: ogni volta che ha fame e apre il suo sacco, vi trova dentro solo perle.»

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«Perchè ti amo, di notte son venuto da te così impetuoso e titubante e tu non mi potrai più dimenticare l'anima tua son venuto a rubare. | Ora lei è mia - del tutto mi appartiene nel male e nel bene, dal mio impetuoso e ardito amare nessun angelo ti potrà salvare.»

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«La stanca estate china il capo | specchia nell'acqua il suo biondo volto. | Erro stanco e impolverato | nell'ombra del viale. | | Tra i pioppi soffia una leggera | brezza. Il cielo alle mie spalle è rosso | di fronte l'ansia della sera | e il tramonto e la morte. | | E vado stanco e impolverato | e dietro a me resta esitante | la giovinezza, china il capo | e non vuole più seguire la strada con me.»

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«Come pesano queste giornate! | Non c'è fuoco che possa scaldare, | non c'è sole che rida per me, | solo il vuoto c'è, | solo le cose gelide e spietate, | e perfino le chiare | stelle mi guardano sconsolate | da quando ho saputo nel cuore | che anche l'amore muore.»

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«Strano, vagare nella nebbia! | È solo ogni cespuglio ed ogni pietra, | né gli alberi si scorgono tra loro, | ognuno è solo. | | Pieno di amici mi appariva il mondo | quando era la mia vita ancora chiara; | adesso che la nebbia cala | non ne vedo più alcuno. | | Saggio non è nessuno | che non conosca il buio | che lieve ed implacabile | lo separa da tutti. | | Strano, vagare nella nebbia! | Vivere è solitudine. | Nessun essere conosce l'altro | ognuno è solo.»

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«Un walzer di chopin riempie la sala | una danza selvaggia e scatenata. | Alla fine pallido chiarore, | il pianoforte adorna un'appassita ghirlanda. | | Il piano tu, il violino io, | così suoniamo e non smettiamo | e attendiamo inquieti, tu e io, | chi per primo spezza la magia. | | Chi per primo interrompe il ritmo | e scosta da sè le candele, | e chi per primo pone la domanda, | a cui non vi è risposta.»

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«Sono una stella del firmamento | che osserva il mondo, disprezza il mondo | e si consuma nel proprio ardore. | | Io sono il mare di notte in tempesta | il mare urlante che accumula nuovi | peccati e agli antichi rende mercede. | | Sono dal vostro mondo | esiliato di superbia educato, dalla superbia frodato, | io sono il re senza corona. | | Son la passione senza parole | senza pietre del focolare, senz'arma nella guerra, | è la mia stessa forza che mi ammala.»

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«Farfalla azzurra | Piccola, azzurra aleggia | una farfalla, il vento la agita, | un brivido di madreperla | scintilla, tremola, trapassa. | Così nello sfavillio d'un momento, | così nel fugace alitare, | vidi la felicità farmi un cenno | scintillare, tremolare, trapassare.»

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«Triste il giardino: fresca | scende ai fiori la pioggia. | Silenziosa trema | l'estate, declinando alla sua fine. | Gocciano foglie d'oro | giù dalla grande acacia. | Ride attonita e smorta | l'estate dentro il suo morente sogno. | S'attarda fra le rose, | pensando alla sua pace; | lentamente socchiude | i grandi occhi pesanti di stanchezza.»

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«So ziehen Sterne ihre Bahn, | Unwandelbar und unverstanden! | Wir winden uns in hundert Banden, | Du steigst von Glanz zu Glanz hinan. | | Dein Leben ist ein einzig Licht! | Ich muß aus meinen Dunkelheiten | Sehnsüchtige Arme nach dir breiten, | Du lächelst und verstehst mich nicht.»

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«Sonne leuchte mir ins Herz hinein, | Wind verweh mir Sorgen und Beschwerden! | Tiefere Wonne weiß ich nicht auf Erden, | Als im Weiten unterwegs zu sein. | | Nach der Ebne nehm ich meinen Lauf, | Sonne soll mich sengen, Meer mich kühlen; | Unsrer Erde Leben mitzufühlen | Tu ich alle Sinne festlich auf. | | Und so soll mir jeder neue Tag | Neue Freunde, neue Brüder weisen, | Bis ich leidlos alle Kräfte preisen, | Aller Sterne Gast und Freund sein mag.»

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