Gaio Valerio Catullo

poeta romano

Gaio Valerio Catullo fu un celebre poeta latino. Chi non conosce i sublimi versi del carme 85?

Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile. Non lo so ma è così e mi tormento.

L’epigramma più famoso del suo Liber e che più rappresenta i suoi sentimenti contrastati per Lesbia, ossia Clodia la donna amata e che lo tormenta con i suoi sentimenti incostanti.

Ancora in altri versi declama il suo amore, e tutta la difficoltà che riscontra nel vivere una storia come quella, senza sicurezze, senza libertà (era una donna sposata). Le sue sono però poesie piene di amore e passione:

Quando sarò sazio di baci? Questo

mi chiedi, mia Lesbia? Quando saranno

tanti come i granelli delle dune

che assediano i filari di Cirene,

tra il rovente oracolo di Giove

e l’urna sacra dell’antico Batto;

quando saranno tante come in cielo,

nel silenzio della notte, le stelle

che guardano dall’alto degli uomini

gli amori clandestini. Ecco, tu baciami

con così tanti baci che i pettegoli

non possano contarli e far malie.

Solo così sarà sazio Catullo.

Un amore struggente che il poeta cerca di dimenticare per non impazzire:

Misero Catullo, smetti di impazzire, e ciò che vedi esser perso consideralo perduto.

Anche se:

È difficile far finire improvvisamente un amore che dura da tanto.

data: 06/16/15 autore:

«Pini già un tempo nati al Pelio in vetta | Fama è che a nuoto per le liquide onde | Nettunie al Fasi andaro e a' lidi Etei, | Allorché degli Argivi il miglior nerbo, | Gioventù scelta, per rapire a' Clochi | L'aurato vello soò per' salsi guadi | Ir su ratto vascel con abetini | Remi sferzando i gran cerulei piani.»

tag: tempo fama
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«Odio e amo. Perché mai, tu mi chiedi. Non so. Ma sento che è così, ed è un tormento.»

tag: odio
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«Ciò che una donna dice all'amante appassionato, scrivilo nel vento e nell'acqua rapida.»

tag: amore donne
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«Cosa di più desiderabile può essere donato dagli dei che un'ora fortunata?»

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«Nulla è più sciocco di un ridere da sciocchi.»

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«Misero Catullo, smetti di vaneggiare, e dai per perso quello che ben vedi perduto.»

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«Lui sorride. Per qualunque occasione, in ogni posto, qualunque cosa faccia, lui sorride. Ha questa malattia, poco elegante, mi pare, e neppure educata.»

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«Su chi erotiche cose dice o fa | lo zio di Gellio tuonava e rituonava. | Gellio sfuggì a ogni censura: | inculando la moglie dello zio | fece di lui la statua del Silenzio. | Inculasse anche lo zio | lo zio non fiaterebbe. (da Le poesie, Einaudi, Torino, 1969, p. 238)»

tag: silenzio
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«È difficile guarire di colpo d'un amore durato a lungo.»

tag: amore
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«Il sole può tramontare e poi risorgere. Noi, invece, una volta che il nostro breve giorno si spegne, abbiamo davanti il sonno di una notte senza fine.»

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«Il poeta deve essere casto e pio; ma non v'è nessuna necessità che siano tali i suoi versi.»

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«Mia Lesbia sei stata amata | da me in modo così totale | che in modo uguale amata | non c'è donna e non ci sarà. | Non si vedrà mai più | in amorosi legami | tanto rigore di fedeltà | quanto si vide in me | nell'amore che ti portai.»

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«Odio e amo. | Come sia non so dire. | Ma tu mi vedi qui crocifisso | al mio odio ed amore.»

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«Viviamo mia lesbia e amiamo, e ogni mormorio dei vecchi perfidi | abbia per noi il peso della più vile moneta. | I giorni possono morire e risorgere | noi, tramonta la nostra breve luce. | Dovremo dormire una notte infinita. | Dammi mille baci, e quindi cento, | poi dammene altri mille e altri cento ancora. E quando ne avremo a migliaia li confonderemo, per non sapere, perché nessuno getti il malocchio invidioso per un così alto numero di baci.»

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«Solo con te dice la donna mia | solo con te io farei l'amore, direi | di no anche a Giove. | Dice così ma quel che donna dice a un amante pazzo di lei | nel vento è scritto sull'acqua è scritto.»

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«Vita e amore a noi due Lesbia | e ogni acida censura di vecchi | come un soldo bucato gettiamo via. | Il sole che muore rinascerà | ma questa luce nostra fuggitiva | una volta abbattuta, dormiremo | una totale notte senza fine. | Dammi baci cento baci mille baci | e ancora baci cento baci e mille baci! | Le miriadi dei nostri baci | tante saranno che dovremo poi | per non cadere nelle malie | di un invidioso che sappia troppo, | perderne il conto scordare tutto.»

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«Vorrei potere anch'io | passero amore dell'amore mio | divertirmi con te come fa lei | e sviare le tristezze del mio cuore! | Il desiderio mio di luce | con te gioca, ti tiene in seno | ti vuole sulla punta del ditino | ti eccita a dargli forti beccate | e così attratta è da questo suo gioco | da trovarci sollievo al suo dolore | al suo terribile fuoco una strana frescura!»

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«Il giorno può morire e poi risorgere, | ma quando muore il nostro breve giorno, | una notte infinita dormiremo...»

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«Mi chiedi, Lesbia, quanti tuoi baci | bastino per saziare la mia voglia di te. | Quanti sono i granelli di sabbia africana | che è sparsa in cirene ricca di silfio, | tra l'oracolo torrido di giove | e il sacro sepolcro dell'antico batto; | o quante stelle nella notte silente | spiano gli amori furtivi degli uomini: | questo è il numero di baci | che vuole Catullo, pazzo di te. | Che i curiosi non possono contarli | né una lingua maligna maledirli.»

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«Dice la mia donna che non sarà di nessuno, soltanto mia, dovesse tentarla pure Giove. Dice: ma ciò che donna dice a un amante, Scrivilo nel vento o nell'acqua che va rapida.»

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