Fernando Pessoa

poeta, scrittore e aforista portoghese

Fernando Antonio Nogueira Pessoa è stato un poeta e scrittore portoghese. Trascorse per la maggior parte in una stanza ammobiliata in affitto a Lisbona, dove sarebbe morto in solitudine. Pessoa rimase pressoché sconosciuto al mondo editoriale ed al grande pubblico. Ad oggi è considerato il più importante poeta portoghese moderno. Conosceva l’inglese alla perfezione e in questa lingua scrisse poesie sin dai tredici anni. Solo dal 1908 cominciò a scrivere poesie in portoghese. Animò i circoli letterari di Lisbona e fondò e diresse riviste letterarie. Membro più rappresentativo del Gruppo Modernista, noto anche come Orpheu, fu determinante per il suo avvento. Scriveva in nome proprio e di vari (oltre una ventina) «eteronimi». Ad ogni pseudonimo corrispondeva una propria scheda anagrafica e di un proprio stile. Pubblicò in vita solo poche opere: “Sonetti”, “Epitalamio”, e “Antinoo” in inglese; “Messaggio” in portoghese.
 
 
Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell'emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l'anima.
data: 02/09/15 autore:

«Amo come l'amore ama. Non conosco altra ragione di amarti che amarti. Cosa vuoi che ti dica oltre a dirti che ti amo, se ciò che voglio dirti è che ti amo?»

tag: amore
VOTI: 6

«I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante.»

tag: consigli libri
VOTI: 1

«La mia anima è una misteriosa orchestra non so quali strumenti suoni e strida dentro di me: corde, arpe, timpani e tamburi. Mi conosco come una sinfonia.»

VOTI: 1

«Saggio è colui che si contenta dello spettacolo del mondo.»

tag: spettacolo
VOTI: 1

«Posa un momento, un solo momento su me, non solo lo sguardo ma anche il pensiero.»

VOTI: 1

«Non sono niente. | Non sarò mai niente. | Non posso volere | d'essere niente. | A parte questo, ho in me | tutti i sogni del mondo...»

VOTI: 1

«Amo tutto ciò che è stato | Amo tutto ciò che è stato, | tutto quello che non è più, | il dolore che ormai non mi duole, | l'antica e erronea fede, | l'ieri che ha lasciato dolore, | quello che ha lasciato allegria | solo perché è stato, è volato | e oggi è già un altro giorno.»

VOTI: 1

«Quasi anonima sorridi | e il sole indora i tuoi capelli. | Perché per essere felici | È necessario non saperlo?»

VOTI: 1

«Vorresti che la persona che ti veglia mentre cerchi di dormire sia io? Vorresti le mie tenerezze? Se solo potessi.»

VOTI: 1

«Campana del mio villaggio | dolente nell'imbrunire, | ogni rintocco tuo | dentro di me risuona. | | Così lento è il tuo suonare, | triste come di vita, | che il tuo primo rintocco | già il secondo ricorda. | | Per quanto tu sia vicina, | quando passo errabondo, | per me sei come un sogno, | mi suoni dentro lontana. | | Ad ogni rintocco tuo, | vibrante nel cielo aperto, | è più remoto il passato, | più urgente la nostalgia.»

VOTI: 1

«Il bambino biondo | giace sul selciato. | Ha le viscere fuori | e legato a uno spago | un trenino ignorato. | | È un fascio il suo volto | di sangue e di niente. | Luccica un pesciolino | un pesciolino di vasca da bagno | accanto al marciapiede. | | Sulla strada viene sera. | Un chiarore sullo sfondo | annuncia un futuro che sorge. | | E quello del bambino biondo?»

VOTI: 1

«Lontano da me in me esisto | fuori da chi io sono, | l'ombra e il movimento in cui consisto.»

VOTI: 1

«Ho pena delle stelle | che brillano da tanto tempo, | da tanto tempo... | Ho pena delle stelle. | | Non ci sarà una stanchezza | delle cose, | di tutte le cose, | come delle gambe o di un braccio? | | Una stanchezza di esistere, | di essere, | solo di essere, | l'essere triste lume o un sorriso... | | Non ci sarà dunque, | per le cose che sono, | non la morte, bensì | un'altra specie di fine, | o una grande ragione: | qualcosa così, come un perdono?»

VOTI: 1

«Dicono? | Dimenticano. | Non dicono? | Hanno detto. | | Fanno? | È fatale. | Non fanno? | È uguale. | | Perché | aspettare? | - Tutto è | sognare.»

VOTI: 1

«Stanca essere, sentire duole, pensare distrugge. | A noi estranea, in noi e fuori, | precipita l'ora, e tutto in lei precipita. | Inutilmente l'anima lo piange. | | A che serve? Che cos'è che deve servire? | Pallido abbozzo lieve | del sole d'inverno che sorride sul mio letto... | Vago sussurro breve. | | Delle piccole voci con cui il mattino si sveglia, | della futile promessa del giorno, | morta sul nascere, nella speranza lontana e assurda | in cui l'anima confida.»

VOTI: 1

«Fra la calma e l'albereto, | fra la radura e la solitudine, | il mio vaneggiamento passa timoroso | conducendomi l'anima per mano. | È tardi già, e ancora è presto.»

VOTI: 1

«Dicon che fingo o mento | quanto io scrivo. No: | semplicemente sento | con l'immaginazione, | non uso il sentimento. | | Quanto traverso o sogno, | quanto finisce o manco | è come una terrazza | che dà su un'altra cosa. | É questa cosa che è bella. | | Così, scrivo in mezzo | a quanto vicino non è: | libero dal mio laccio, | sincero di quel che non è. | Sentire? Senta chi legge.»

VOTI: 1

«Come alle volte in un giorno azzurro e mansueto | nel vivo verde della pianura calma | di una improvvisa nube l'avanzare | pallidamente le erbe affosca | così ora nella mia anima pavida | che di repente svanisce e si fa fredda | memoria dei morti appare...»

VOTI: 1

«Ma io, sempre estraneo, sempre penetrando | il più intimo essere della mia vita, | vado dentro di me cercando l'ombra.»

VOTI: 1

«Nasce un Dio. Altri muoiono. Non ci è giunta | né ci ha lasciato la verità: muta l'Errore. | Abbiamo ora un'altra Eternità, | e ciò che è passato in fondo era migliore. | | Cieca, la Scienza ara gleba vana. | Folle, la Fede vive il sogno del suo culto. | Un nuovo Dio è solo una parola. | Non credere o cercare: tutto è occulto.»

VOTI: 1
1 2 3 4 5