Federico Garcia Lorca

poeta, drammaturgo e regista teatrale spagnolo

Federico Garcìa Lorca è stato un poeta spagnolo. Fin dall'infanzia manifestò un forte per il teatro, amava, infatti, delle marionette. Studiò presso il collegio del Sacro Cuore di Granada, dove si era trasferito con la famiglia, iscrivendosi poi alla facoltà di Lettere e Filosofia e a quella di Giurisprudenza. Cominciò presto a scrivere versi esordendo nel 1917 con uno scritto dedicato al poeta romantico spagnolo Josè Zorrilla. Nel 1918 arrivò la sua prima pubblicazione, le prose liriche di “Impressioni e paesaggi”. Viaggiò molto stringendo importanti amicizie come quella col torero Ignacio Sánchez Mejías.
 
 
Ah, che fatica mi costa, amarti come ti amo!
 
 
Nel 1936, poco prima dello scoppio della guerra civile, Garcia Lorca compilò e firma, con Rafael Alberti ed altri 300 intellettuali spagnoli, un manifesto d'appoggio al 'Frente Popular', pubblicato sul giornale comunista 'Mundo Obrero'. Durante il periodo della rivoluzione Lorca si nascose presso alcuni amici ma venne trovato, rapito e portato a Viznar, dove venne assassinato.
 
 
Mi accomiaterò al crocevia. Accorsero in lacrime le persone amate! Mi accomiaterò al crocevia. Per entrare nel sentiero della mia anima. Ridestando ricordi e ore spiacevoli giungerò all'orticello della mia canzone bianca e mi metterò a tremare come la stella del mattino.
data: 01/10/15 autore:

«Il mio sguardo si stupisce, si inchina, il mio cuore chiude tutti i suoi cancelli, per meditare di nascosto sul miracolo - sei tanto bella!»

VOTI: 2

«Sorride da lontano. | Denti di spuma, | Labbra di cielo.»

VOTI: 1

«Controluce a un tramonto | di pesca e zucchero. | E il sole all'interno del vespro, | come il nocciolo in un frutto. | La pannocchia serba intatto | il suo riso giallo e duro. | Agosto. | I bambini mangiano | pane scuro e saporita luna.»

VOTI: 1

«Come son pesanti i giorni, | A nessun fuoco posso riscaldarmi, | non mi ride ormai nessun sole, | tutto è vuoto, | tutto è freddo e senza pietà, | ed anche le care limpide stelle | mi guardano senza conforto, | da quando ho appreso nel mio cuore, | che anche l'amore può morire.»

VOTI: 1

«Unicorni e ciclopi. | Corni d'oro | e occhi verdi. | Sulla scogliera, | in ressa gigantesca, | illustrano lo stagno | senza vetro del mare. | Unicorni e ciclopi. | Una pupilla | e una virile potenza. | Chi dubita dell'efficacia | tremenda degli unicorni? | Nascondi i tuoi bersagli, | Natura!»

VOTI: 1

«Non volli. | Non volli dirti nulla. | Vidi nei tuoi occhi | due alberelli folli. | Di brezza, di riso e d'oro. | Oscillavano. | Non volli. | Non volli dirti nulla.»

VOTI: 1

«Il mio sguardo si stupisce, si inchina, il mio cuore chiude tutti i suoi cancelli, per meditare di nascosto sul miracolo. Sei tanto bella!»

VOTI: 1

«Per la strada va | la morte, incoronata, | di fiori d'arancio appassiti. | Canta e canta | una canzone | sulla sua chitarra bianca | e canta e canta e canta.»

VOTI: 1

«Ti vedrò? | Non ti vedrò? | | A me importa | soltanto il tuo amore. | | Hai sempre il riso di allora | e quel cuore?»

VOTI: 1

«Alberi, | eravate frecce | cadute dall'azzurro? | Che terribili guerrieri vi scagliarono? | Sono state le stelle? | | Le vostre musiche vengono dall'anima degli uccelli, | dagli occhi di Dio, | da una perfetta passione. | Alberi! | Le vostre radici rozze si accorgeranno | del mio cuore sotto terra?»

VOTI: 1

«La luna cammina sull'acqua | com'è tranquillo il cielo! | Va segando lentamente | il tremore vecchio del fiume | mentre un ramo giovane | la prende per uno specchio.»

VOTI: 1

«Una rondine vola | lontano!... | | Ci sono fioriture di rugiada | sul mio sogno, | e il mio cuore gira | pieno di noia, | come una giostra su cui la Morte | porta i suoi bambini. | Vorrei a questi alberi | legare il tempo | con una corda di notte nera | e tingere poi | del mio sangue le rive | pallide dei ricordi! | Quanti figli ha la Morte? | Li ho tutti nel cuore! | | Una rondine viene da molto lontano?»

VOTI: 1

«Ho chiuso la mia finestra | perché non voglio udire il pianto, | ma dietro i grigi muri | altro non s'ode che il pianto. | Vi sono pochissimi angeli che cantano, | pochissimi cani che abbaiano; | mille violini entrano nella palma della mia mano. | Ma il pianto è un cane immenso, | il pianto è un angelo immenso, | il pianto è un violino immenso, | le lacrime imbavagliano il vento. | E altro non s'ode che il pianto.»

VOTI: 1

«Verde ramo libero | da ritmo ed uccelli. | | Eco di singhiozzo | senza dolore né labbro. | Uomo e Bosco. | | Piango | di fronte al mare amaro. | Nelle mie pupille | due mari che cantano!»

VOTI: 1

«Sui rami | indecisi | andava una fanciulla | ed era la vita. | Sui rami | indecisi. | Con uno specchietto | rifletteva il giorno | che era lo splendore | della sua fronte pura. | Sui rami | indecisi. | Sulle tenebre | andava sperduta, | piangendo rugiada, | prigioniera del tempo. | Sui rami | indecisi.»

VOTI: 1

«Mi sono seduto in una radura del tempo.»

VOTI: 1

«Mi vedo nei tramonti e un formicaio di gente cammina nel mio cuore.»

VOTI: 1

«La poesia serve per nutrire quel granello di pazzia che tutti portiamo dentro, e senza il quale è imprudente vivere.»

VOTI: 1

«Ho il fuoco nelle mie mani.»

VOTI: 1

«Quando spunta la luna | tacciono le campane | e i sentieri sembrano | impenetrabili. | | Quando spunta la luna | il mare copre la terra | e il cuore diventa | isola nell'infinito.»

VOTI: 1
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