Ennio Flaiano

sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico cinematografico e drammaturgo italiano

«Fra 30 anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la tv.»

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«Essere pessimisti circa le cose del mondo e la vita in generale è un pleonasmo, ossia anticipare quello che accadrà.»

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«La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia.»

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«Afflitto da un complesso di parità. Non si sente inferiore a nessuno.»

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«Quando la vanità si placa l'uomo è pronto a morire e comincia a pensarci.»

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«In Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco.»

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«Un libro sogna. Il libro è l'unico oggetto inanimato che possa avere sogni.»

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«Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura.»

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«In questi tempi l'unico modo di mostrarsi uomo di spirito è di essere seri. La serietà come solo umorismo accettabile.»

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«L'omosessualità per la classe povera non è un vizio ma un modo per accedere alle classi superiori.»

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«Capire la Cina non è soltanto impossibile, ma inutile.»

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«Il pensare ai buoni momenti del passato non ci conforta perché siamo convinti che oggi li sapremmo affrontare con maggiore intelligenza e trarne migliore profitto.»

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«Oggi ho lasciato la mia famiglia perché ero stanco di sentirmi solo.»

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«Il successo alla moda si ottiene con la publicità e si paga con la prostituzione alla folla. Invertendo l'ordine dei fattori il successo non cambia, diventa forse più duraturo, perché "sofferto". Il successo ottenuto col merito e pagato con l'indifferenza annoia il grosso pubblico e, da qualche tempo in qua, anche gli altri.»

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«La situazione politica in Italia è grave, ma non è seria.»

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«I capolavori oggi hanno i minuti contati.»

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«Spesso la donna italiana è cuoca in salotto, puttana in cucina e signora a letto.»

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«Le dittature hanno questo di buono, che sanno farsi amare.»

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«La religione è finita. Non c'è più nessuno che si vanti di aver portato a letto una suora.»

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«I nomi collettivi servono a fare confusione: "Popolo, pubblico...". Un bel giorno ti accorgi che siamo noi; invece credevi che fossero gli altri.»

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