Umberto Galimberti

filosofo e accademico italiano

«La crisi della psichiatria e i sospetti che avvolgono la psicoanalisi non sono del tutto infondati. Sia l'una che l'altra, infatti, derivano i loro modelli concettuali da quello schema che Cartesio ha introdotto e che la scienza ha fatto proprio quando, per i suoi scopi esplicativi, ha lacerato l'uomo in anima (res cogitans) e corpo(res extensa), producendo quello che, secondo Binswanger, è "il cancro di ogni psicologia".»

tag: scienza arte psicologia
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«Sommerso dai segni con cui la scienza, l'economia, la religione, la psicoanalisi, la sociologia di volta in volta l'hanno connotato, il corpo è stato vissuto, in conformità alla logica e alla struttura dei vari saperi, come organismo da sanare, come forza-lavoro da impiegare, come carne da redimere, come inconscio da liberare, come supporto di segni da trasmettere. Mai l'impronta della sua vita solitaria, alla periferia dei codici strutturali, continua a passare inavvertita nella sua ambivalenza che, incurante del principio di identità e differenza con cui ogni codice esprime la sua specularità bivalente, dice di essere questo, ma anche quello.»

tag: vita
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«Natura e cultura non sono gli estremi di un itinerario che l'umanità non ha mai percorso, ma semplicemente due nomi che qui impieghiamo per designare l'ambivalenza con cui il corpo si esprimeva nelle società arcaiche e l'equivalenza a cui oggi è stato ridotto nelle nostre società dai codici che le governano e dal corredo delle loro iscrizioni.»

tag: cultura natura societa
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«Si calcola che nella prima metà del Settecento nella sola Londra le meretrici fossero più di cinquantamila; il diffondersi pestilenziale delle malattie veneree - il "mal gallico" come lo chiama Mandeville - aveva esasperato i pregiudizi contro l'incontinenza e la licenziosità sessuale. Per contrastare l'ondata proibizionista, approdata a una normativa severa che dichiarava fuorilegge la prostituzione, e al tempo stesso consapevole delle gravi implicazioni sociali del fenomeno, Mandeville, "per fronteggiare le cattive conseguenze dell'irreprimibile vizio", propone l'apertura di Pubblici Bordelli che garantiscono efficienza e buona organizzazione e siano tutelati alla stregua di Istituti di Servizio Pubblico.»

tag: tempo vizi conseguenze
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«La verità non è più conformità all'ordine del cosmo o di Dio perché, se non si dà più orizzonte capace di garantire il quadro eterno dell'ordine immutabile, se l'ordine del mondo non dimora più nel suo essere, ma dipende dal "fare tecnico", l'efficacia diventa esplicitamente l'unico criterio di verità.»

tag: verita
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«La ragione non è più l'ordine immutabile del cosmo in cui prima la mitologia, poi la filosofia e infine la scienza si erano riflesse creando le rispettive cosmo-logie, ma diventa procedura strumentale che garantisce il calcolo più economico tra i mezzi a disposizione e gli obbiettivi che si intendono raggiungere.»

tag: scienza ragione
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«L'etica, di fronte alla tecnica, diventa pat-etica: non si è mai visto che un'impotenza sia in grado di arrestare una potenza. Il problema è: non cosa possiamo fare noi con gli strumenti tecnici che abbiamo ideato, ma che cosa la tecnica può fare di noi.»

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«È questa la capacità venuta meno all'uomo d'oggi, che non è in grado [...] di "immaginare" gli effetti ultimi del suo "fare".»

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«Siamo tutti persuasi di abitare l'età della tecnica, di cui godiamo i benefici in termini di beni e spazi di libertà. Siamo più liberi degli uomini primitivi perché abbiamo più campi di gioco in cui inserirci. Ogni rimpianto, ogni disaffezione al nostro tempo ha del patetico. Ma nell'assuefazione con cui utilizziamo strumenti e servizi che accorciano lo spazio, velocizzano il tempo, leniscono il dolore, vanificano le norme su cui sono state scalpellate tutte le morali, rischiamo di non chiederci se il nostro modo di essere uomini, non è troppo antico per abitare l'età della tecnica che non noi, ma l'astrazione della nostra mente ha creato, obbligandoci, con un'obbligazione più forte di quella sancita da tutte le morali che nella storia sono state scritte, a entrarvi e a prendervi parte.»

tag: uomini
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«Il mito è ricerca dell'origine, sua ripresa e riproposizione, la religione è annuncio di redenzione, sue figure sono la speranza e la fede in ciò che ha da venire. [...] Dove la religione interseca il mito, il mito si estingue.»

tag: religione speranza
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«Guardando l'uomo e guardando l'arte dobbiamo puntare gli occhi sulla loro coappartenenza, perché isolare l'uomo dalla sua espressione spirituale significa ridurlo alla condizione animale, così come isolare l'arte dall'uomo significa farla volteggiare nel regno dello spirito, dimenticando lo spessore materiale in cui l'arte, come l'uomo, prendono forma e figura.»

tag: arte
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«"Sacro" è parola indoeuropea che significa "separato". La sacralità, quindi, non è una condizione spirituale o morale, ma una qualità che inerisce a ciò che ha relazione e contatto con potenze che l'uomo, non potendo dominare, avverte come superiori a sé, e come tali attribuibili a una dimensione, in seguito denominata "divina", pensata comunque come "separata" e "altra" rispetto al mondo umano. Dal sacro l'uomo tende a tenersi lontano, come sempre accade di fronte a ciò che si teme, e al tempo stesso ne è attratto come lo si può essere nei confronti dell'origine da cui un giorno ci si è emancipati.»

tag: tempo
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«Il secolo dei Lumi, che per Kant segna "l'emancipazione dell'umanità da uno stato di minorità", di fronte alla masturbazione si rivela molto più arretrato, ossessivo e persecutorio di quanto non siano stati i secoli precedenti, regolati dalla religione che forse, più della ragione, ha dimestichezza con la carne e con le sofferenze della sua solitudine.»

tag: religione ragione solitudine
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«Si fa presto a dire "amore". Ma quel che c'è sotto a questa parola lo conosce solo il diavolo.»

tag: amore
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«L'amore svanisce perché nulla nel tempo rimane uguale a se stesso.»

tag: amore
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«A differenza dell'animale l'uomo sa di dover morire. Questa consapevolezza lo obbliga al pensiero dell'ulteriorità che resta tale comunque la si pensi abitata: da Dio o dal nulla. Ciò fa del futuro l'incognita dell'uomo e la traccia nascosta della sua angoscia segreta. Non ci si angoscia per "questo" o per "quello", ma per il nulla che ci precede e che ci attende. Ed essendoci il nulla all'ingresso e all'uscita della nostra vita, insopprimibile sorge la domanda che chiede il senso del nostro esistere. Un esistere per nulla o per Dio?»

tag: vita
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«Amore è solo la chiave che ci apre le porte della nostra vita emotiva di cui ci illudiamo di avere il controllo, mentre essa, ingannando la nostra illusione, ci porta per vie e devianze dove, a nostra insaputa, scorre, in modo tortuoso e contraddittorio, la vitalità della nostra esistenza.»

tag: amore vita
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«Rispetto alle epoche che ci hanno preceduto, nell'età della tecnica l'amore ha cambiato radicalmente forma. Da un lato è diventato l'unico spazio in cui l'individuo può esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata, dall'altro questo spazio, essendo l'unico in cui l'io può dispiegare se stesso e giocarsi la sua libertà fuori da qualsiasi regola e ordinamento precostituito, è diventato il luogo della radicalizzazione dell'individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, e nella relazione non tanto il rapporto dell'altro, quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo, che non trova più espressione in una società tecnicamente organizzata, che declina l'identità di ciascuno di noi nella sua idoneità e funzionalità al sistema di appartenenza.»

tag: amore donne uomini
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«Una virtù (areté) che è cammino verso il centro invisibile e indicibile (árretos) da cui solamente è possibile il dispiegarsi di quelle armoniche circonferenze che sono il diritto, il rotondo, il bello e il giusto. Ma per questo ci vuole "altissima conoscenza (méghiston mathémata)", quella conoscenza matematica per cui Platone fa scrivere sulla porta della sua scuola "Non si entra qui se non si è geometri".»

tag: virtu scuola
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«Tra Io e Sé il conflitto è violentissimo come lo è tra Dio e la terra.»

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